Opera e mandolini, un concerto alla Galleria Estense
Sarà l'Ensemble Mandolinistico Estense a svolgere l'ultimo dei concerti di “Protagonista il Mandolino", rassegna di eventi dedicati al mandolino quali concerti, masterclass, proiezioni di film, conferenze, esposizioni di quadri e di strumenti musicali, concorso internazionale, organizzata dall'Associazione "Ensemble Mandolinistico Estense" in collaborazione con l'Istituto Superiore di Studi Musicali "O.Vecchi - A.Tonelli" di Modena, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e con il patrocinio del Comune di Modena.
La direzione artistica è affidata al M°Roberto Palumbo, direttore dell'Ensemble Mandolinistico Estense.
Questo concerto è il penultimo evento della rassegna (che terminerà con il Concorso Internazionale per Mandolino Solo) ed avrà luogo Sabato 1 aprile ore 17,30 presso la Galleria Estense, Largo Porta Sant'Agostino 337 Modena (il concerto è gratuito ma è riservato ai visitatori della Galleria Estense, ingresso € 4,00 ridotto € 2,00). Quale migliore occasione per ammirare le meravigliose opere d'arte del prestigioso museo modenese potendo assistere ad uno spettacolo scritto e raccontato da Daniele Rubboli: Opera e mandolini, le affascinanti arie d'opera interpretate da ben quattro interpreti, il soprano Cristina Barbieri, il mezzosoprano Christina Minò, il tenore Guoyì Ma ed il baritono Peng Cheng Wang accompagnati dall'Ensemble Mandolinistico Estense diretto dal M° Roberto Palumbo.
Se la scelta di eseguire arie d'opera con il mandolino potrebbe sollevare qualche perplessità l'apparente estraneità di questo strumento a tale repertorio è smentita da numerose testimonianze: Vivaldi, che già compose tre memorabili concerti per mandolino e archi, lo impiega nell'aria Transit aetas della Juditha Triumphans, Händel nell'aria He strikes the golden lyre dell'Alexander Balus, Mozart nella serenata Deh vieni alla Finestra del Don Giovanni, Paisiello lo inserisce nel suo Barbiere di Siviglia mentre Verdi rende un particolare omaggio proprio all'orchestra a plettro, prevedendo l'impiego di otto chitarre ed otto mandolini per la banda che appare nel secondo atto dell'Otello nella romanza Dove guardi splendono. Niente di strano, allora, anzi, un buon motivo per apprezzare una tavolozza timbrica suggestiva, sempre meno inconsueta, visto il riaffermarsi dello strumento negli ultimi anni.