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Curiosità Modenesi | L'esercito che seguì il duca Estense in esilio

La storia dell'unico esercito che abbia seguito il proprio sovrano in esilio. Ecco le vicende della Brigata Estense

Quella della Brigata Estense è la storia più insolita per un esercito, l'unico infatti che abbia seguito il proprio comandante, nonché duca, in esilio. Se infatti siamo stati abituati a scuola a vedere Ciro Menotti come un eroe, di cui per altro i modenesi non hanno neppure voluto pagare le spese per l'edificazione della sua statua in piazza Roma, dall'altro ci è sempre stato raccontato che l'ultimo duca Estense, ovvero Francesco V fosse odiato dai modenesi. In realtà la storia non è così semplice e la fedeltà del suo esercito ne è una dimostrazione. 

L'esercito era stato riunito da Francesco IV al restauro del Ducato di Modena, una volta che il Regno Italico era caduto, e che dal successore fu utilizzato come rappresentazione del proprio potere e della propria persona. Tanto che quando nel 1849 Francesco V portò con sè la Brigata al seguito el d'Aspre all'occupazione del Granducato di Toscana. Tuttavia l'11 Giugno 1859, con i rivoluzionari italiani alle porte del ducato, Francesco V fu obbligato a scappare a Mantova. Dopo che Francesco V capitolò la propria sconfitta il suo esercito prese il nome di Brigata Estense.

Tutti potremmo immaginarci che a questo punto della storia Francesco V parte per l'Austria in esilio e il suo esercito viene sciolto. Ed invece non accade nulla del genere e quell'esercito, ribatezzato Brigata Estense, con i suoi 3.600 fu la salvezza per molti giovani. Infatti il neonato Regno d'Italia aveva obbligato i giovani alla chiamata alle armi, ma vari si opposero a ciò arruolandosi volontariamente alla Brigata Estense e portando il numero dei soldati a 5 mila. 

Papa Pio IX e l'imperatore Francesco Giuseppe erano già pronti ad utilizzare questo esercito come spina nel fianco ai Savoia, ma le cose precipitarono con la conquista del sud Italia da parte di Garibaldi. Il 24 Settembre 1863 presso Vicenza, il duca Francesco V d'Este decorò i suoi soldati con la cosiddetta medaglia dell'emigrazione coniata in bronzo e raffigurante da un lato la sua effigie e dall'altro un'iscrizione che elogiava la loro fedeltà. 

Quel pomeriggio il generale della brigata, Agostino Saccozzi, e altri ufficiali, oltre ad un reparto del primo e secondo battaglione, si recarono nella casa dove si trovava Francesco V per consegnare nelle mani del sovrano le bandiere. Dei 2.722 ben 1.111 decisero di seguire il duca Francesco V in esilio in Austria entrando a pieno titolo nelle righe dell'Imperial Regia Armata. 

Il 5 ottobre 1863 il Tenente Maresciallo Luigi Pokorny li accolse con queste parole:" Quali soldati d'onore avete dato al mondo un raro esempio di forza d'animo, fedeltà ed attaccamento all'Augusto vostro Sovrano. Il destino altrimenti dispose di quanto una tanta fedeltà, eternamente duratura nelle pagine della storia, avrebbe meritato. (…) Dall'Austria i guerrieri di tante nazioni salutandovi, vi chiamano i benvenuti. Io in loro nome vi stringo la mano, e vi consegno la vostra nuova bandiera, pur essa vessillo della legittimità e della religione, ed in cui pure risplende il glorioso stemma estense."

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