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Curiosità Modenesi | I luoghi della peste a Modena

La Peste del 1630 è stata la più terribile epidemia dell'Europa e Modena ne è stata sicuramente protagonista con il dimezzamento della popolazione. Ancora questo evento è presente nella tradizione e in alcuni luoghi della città, ecco quali sono

La rubrica #curiositàmodenesi vi ha raccontato di antichi misteri, particolari sui monumenti di cui forse non vi eravate mai accorti o l'origine dei nomi dei comuni che conoscete, oggi invece andremo ad imbatterci in qualcosa di nuovo e terribile. Si tratta del periodo più buio non solo per Modena, ma anche per tutta l'Europa, in cui realmente si ipotizzò la possibilità che  l'intera popolazione europea potesse estinguersi a causa della peste. Questo tragico evento avvenne nel 1630 e attraverso i commerci raggiunge la via Emilia sterminando 4062 persone solamente a Modena, città che contava diecimila abitanti.

Prima della peste: guerra, invasioni e fame. In realtà a Modena andò ancora peggio, perchè quell'inverno del 1629 fu molto rigido e le castagne gelarono, portando gli abitanti della montagna a morire di fame e costringendoli a muoversi verso la città. Ma anche dalla bassa tutti si spostavano verso Modena città e qui però il motivo non era tanto la fame, quanto un invasore straniero. Si trattava dei Lanzichenetti, ovvero soldati tedeschi che andavano all'assedio di Mantova e intanto attraversarono il Po' con delle barche e fecero razzia nelle campagne di Finale Emilia, Mirandola e dei villaggi vicini. Ma il peggio doveva ancora arrivare, perchè è vero che la peste non era ancora arrivata, ma le rezdore sapevano esattamente cosa le aspettava. La morte sembrava marciare verso Modena, ogni giorno più vicina. 

La medicina contro la peste. La soluzione secondo le comare modenesi consisteva nell'ungersi d'olio di una lampada di chiesa, pestare nel mortario una buccia d'arancia, una foglia di San Pietro, una noce moscata, nove coccole di lauro, nove garofani, grani d'incenso a più non posso e mettere il tutto in un sacchetto di raso rosso e appenderselo al collo dalla parte del cuore. 

Il giorno della peste. La peste arrivò esattamente il 14 Gennaio 1630 a Modena e quella data era un gran pericolo, anzi doppio grande pericolo. Perché il 31 Gennaio tutti si sarebbero riversati lungo le strade per San Geminiano e poi a Febbraio avrebbero festeggiato il carnevale. Le due feste avvennero e questo portò il contagio ad estendersi a macchia d'olio. Il Duca Francesco I aprì uno dopo l'altro tre lazzaretti che sono ancora visibili, ovvero quello di San Lazzaro, uno in strada Sgarzeria e un altro alle Stigmate. Ciò che non mancava era il lavoro per medici e beccamorti. 

Come in un film dell'orrore. A Modena si iniziò a segnare le case infette mentre vestiti e mobilio di quei luoghi veniva bruciato, e poi per non parlare della denuncia continua di possibili appestati. Sembrava davvero un film dell'orrore, peccato fosse reale. E se volete sapere una curiosità davvero poco nota, durante il periodo furono trasportate dall'Abbazia di Nonantola in Duomo i corpi dei Santi Senesio e Teopompo per essere protette da eventuali ladri. 

I luoghi della peste. La media dei morti era di 100 al giorno e andò avanti così fino al 13 Novembre, cioè per quasi un anno intero. Poi però il 13 Novembre, giorno dedicato alla Madonna e a Sant'Omobono, i responsabili del calcolo dei morti non annotarono nessun decesso. La peste era finita e da quel momento Modena ebbe un nuovo santo, ovvero il cremonese Sant'Omobono. Ma non solo, i modenesi per ringraziare la Madonna edificarono una chiesa vicino al duomo che ricordasse quanto  la madre di Gesù avesse fatto per loro. La chiesa è ancora visibile si chiama Chiesa del Voto. Un voto che i modenesi fecero verso la Madonna perché la città si liberasse dalla peste.

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