E' difficile immaginare che Enzo Ferrari, quando scelse il Cavallino come simbolo per la sua rossa, pensasse davvero che quel disegno avrebbe fatto la differenza tra un auto sportiva e una auto sportiva di lusso. Eppure quel semplice cavallo nero su campo giallo spiega da sè come mai una Ferrari può andare a costare fino a un milione di euro come è successo alla Enzo Ferrari, e che quell'esemplare con specifiche americane è stato venduto per 2,7 milioni di euro. Perché Ferrari scelse proprio il cavallino come simbolo della sua azienda?

Seppur non si sappia se l'abbia fatto per superstizione o per imitazione, la scelta del Drake per il simbolo delle sue vetture fu  una scelta di eredità gloriosa. Nel senso che precedentemente quello fu il simbolo del coraggioso cavaliere dell'aria Francesco Baracca, il più importante della sua epoca decorato persino con la prestigiosa medaglia d'oro. Purtroppo Baracca morì a Montello dopo però aver vinto ben 34 duelli aerei. 

Il cavallino era disegnato sulla carlinga del suo aereo, ma per via d'età i due non si scambiarono il simbolo di persone. Le cose andarono diversamente. Infatti, il tutto avvenne il 17 Giugno del 1923 quando sul circuito del Savio, Ferrari sorprese tutti con una grande vittoria alla sua prima corsa. Conclusa la gara ricevette i complimenti da un importante conte, ovvero Enrico Baracca, il padre dell'eroe caduto cinque anni prima. Il conte si complimentò con Ferrari, ma il merito dell'eredità del cavallino è stato della madre dell'eroe del cielo, Paolina. 

L'incontro tra il Drake e Paolina avvenne a Ferrara, durante una commemorazione del figlio. Si può pensare che Paolina avesse visto in Enzo Ferrari molte delle doti e tanto del valore di Francesco. E fu probabilmente per questi motivi che suggerì al Drake di usare sulle sue vetture il simbolo del cavallino rampante del figlio. Eppure un tocco modenese in tutto questo c'è, infatti Ferrari accettò di buon grado quel simbolo, ma aggiunse un campo giallo, che ricordasse per sempre la sua città di origine, Modena.