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Cultura

Curiosità Modenesi | I percorsi modenesi dei pellegrini nel Medioevo

Vari sono i percorsi che i pellegrini frequentavano nel medioevo nel nostro territorio quando Modena e Nonantola erano al centro dei più importanti eventi religiosi del nord Italia

Quella modenese è una terra che è stata protagonista dell'epoca dei pellegrinaggi, basti pensare all'importanza che ha avuto l'abbazia di Nonantola durante il periodo medievale, e successivamente il duomo di Modena. Anzi considerate che inizialmente la stessa Matilde di  Canossa, che è reggiana, non voleva neppure che si facesse il Duomo perché temeva che Modena avrebbe acquisito più influenza religiosa rispetto a Reggio Emilia. E lo stesso scontro tra l'abate di Nonantola e il vescovo di Modena si è prolungato per vari secoli. Tuttavia, oltre alle lotte di potere tra curia e abbazia, la vita dei pellegrini che passavano per la provincia modenese viveva di strane e contrade battute per raggiungere Roma. Ecco i percorsi modenesi più importanti per i pellegrini: 

#Via Romea. E' probabilmente il percorso più importante del territorio modenese e ha inizio presso l'abbazia di Nonantola per proseguire lungo la Valle del Panaro, poi Marano per poi giungere sulla Torre della Chiesa di Festà. Lì troviamo la borgata modenese di Denzano che ancora oggi è molto devota all'antica Pieve del XII secolo, che per l'appunto racconta di questi viaggi dei pellegrini. Si prosegue in direzione Ospitaletto in visita della locale Parrocchia, e scrutando verso sud si vede il monte Cimone e i Sassi di Roccamalatina. Da lì si prosegue per la Pieve di Coscogno, che non a caso fu nominata a Sant'Apollinare che è un santo a cui i longobardi erano molto devoti, per poi arrivare sulla valle del fosso di Benedello, quindi Niviano dove si trova la Torre risalente appunto del XI secolo e dove si consiglia la visita dell'Oratorio. Quindi si prosegue per Lavacchio, poi Sestola e poi a Fanano. Il percorso modenese giunge ad Ospitale, ma come ben sappiamo la via Romea portava all'epoca a Roma, perciò per chi ha voglia e coraggio il cammino è appena iniziato.  

#Via Bibulca. La Via Bibulca collegava Modena a Lucca come parte di un itinerario molto più lungo, che passava per i torrenti Dragone e Dolo in località "La Piana"e finiva a San Pellegrino in Alpe. La via era già in uso durante la storia dell'Impero Romano poiché, durante il periodo repubblicano quello fu il territorio dei Liguri Friati in guerriglia con Roma. Così una volta sconfitti, i romani decisero di crare in quel territorio una fitta rete di strade per consentire di agire più velocemente casomai altri si fossero ribellati nella zona. Tuttavia con le invasioni barbariche quella via perse d'importanza finché nel 1071 non venne fondata l'Abbazia di Frassinoro e la via tornò ad essere molto usata. Tanto che Comune di Modena e abbazzia di Frassirono si contesero per secoli quel passo tra gli Appennini.

#Via Francigena. Questa via non è presente nel territorio modenese, tuttavia è molto legata alla nostra storia in quanto si trovava negli appennini tra il parmense e il reggiano e si collegava alla Bibulca e alla Romea. La Francigena era la via principale per i pellegrini diretti dal nord Europa a Roma e grazie all'apertura di quella via ne beneficiarono anche  le altre due modenesi, dato che queste ultime permettevano a veneti ed emiliani di raggiungere più velocemente la città del papa. 

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