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Cultura

Curiosità Modenesi | I modenesi durante la Prima Guerra Mondiale

In occasione del centenario della prima guerra mondiale un viaggio attraverso la Modena della Grande Guerra, tra curiosità e momenti difficili, tra la vita quotidiana e il desiderio di concludere quel massacro

Il 4 Novembre si è festeggiata la fine della Prima Guerra Mondiale e seppur la Seconda abbiamo cambiato radicalmente la città, anche la Grande Guerra è stata in grado di segnare i modenesi. Basti pensare che i modenesi che morirono durante il conflitto, tra fame, malattie, in battaglia o a causa di ferite furono ben 7.232 e per comprendere il male che fu portato da quel conflitto alla comunità modenese, basterebbe dire che in quella guerra è come se fosse scomparso l'intera popolazione di Cavezzo o quasi tutta quella di Campogalliano. 

La stessa città era cambiata durante la Grande Guerra, già dal giorno in cui si dovevano arruolare i giovani modenesi. Scuole chiuse e le chiese di Sant'Agostino e di San Paolo occupate dai militari per il reclutamento. Non solo, l'isteria contagiò tutti, tanto che fu fermato sotto i portici del Collegio persino un signore considerato troppo biondo, ma anzi che essere tedesco si scoprì successivamente che era un rappresentante di commercio di Cremona. Tuttavia la guerra era lontana, si sentiva parlare di qualche morto, per la precisione il primo fu un nonantolano nel Giugno del 1915, ma nulla di concreto finché nello stesso anno non arrivò a Modena il primo treno carico di feriti, e questo fece capire alle persone che infondo la guerra non era né lontana nè così speciale. 

Le cose si fecero più complesse con l'arrivo dell'autunno quando furono numerose le lettere di modenesi al fronte che chiedevano fosse spedito loro del denaro per comprare almeno del pane. La guerra stava diventando lunga e quasi interminabile, e si rischiava di morire più frequentemente di malattie derivanti dalla condizione fisica avversa, che per i proiettili del nemico. Tuttavia con il 1916 e il 1917 le cose diventano ancora più complesse poiché i morti da singoli individui erano diventate decine, poi centinaia ed infine migliaia, e in città iniziava a scarseggiare il cibo. 

Era il 1° Ottobre 1917 quando fu resa obbligatoria la tessera del pane per un totale di trecento grammi al giorno, e per molti modenesi quello era non solo il cibo principale ma forse persino l'unico della giornata. La guerra si faceva sempre più concreta in città e i portici vennero chiusi con cassette di terra e saccchetti di sabbia. La guerra pareva interminabile e nel 1918 si aggiunse la spagnola, un'epidemia influenzale che dalla Spagna era giunta fino a Modena uccidendo anche ventotto persone al giorno.  Quando la guerra pareva sull'orlo di una nuova stabilità, ecco che l'esercito italiano ebbe la meglio su quello austriaco nella famosa battaglia di Vittorio Veneto. Erano gli ultimi giorni della guerra e i modenesi attesero prima il suono delle campane e poi il canto del "Te Deum", per comprendere che la conta dei morti modenesi si era conclusa. 

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