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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura

Curiosità Modenesi | Perchè a Modena abbiamo la maschera del Sandrone?

C'è chi ha Arlecchino, chi Pantalone, chi Pulcinella. Perché la maschera di Modena è proprio il Sandrone? Un viaggio nella storia della famiglia Pavironica

E' una giornata di grande tradizione quella di oggi, e infatti come ogni Giovedì Grasso, le strade del centro storico di Modena si riempiranno di bambini mascherati e di adulti pronti ad ascoltare lo sproloquio della famiglia Pavironica. Già questa è una caratteristica insolita, infatti spesso ogni città ha una maschera, invece per da noi la maschera è una famiglia, un simbolo da non dimenticare, con il suo Sandrone, la moglie Pulonia e il figlio Sgorghiguelo. Ma perchè queste maschere sono a Modena? 

Se la tradizione è certa, la sua origine è avvolta nel mistero, infatti fin poco tempo fa si riteneva che Sandrone fosse uno dei personaggi creati da un casotto di burattini, e non dalla Commedia dell'Arte, com'era successo invece per le maschere più famose di carnevale. Invece una scoperta recente ha cambiato le carte in tavola. Tuttavia, gli storici oggi concordano sul fatto che quel personaggio sia il risultato di un'opera del Cinquecento di Giulio Cesare Croce, intitolata "Sandrone Astuto", e non  è un caso infatti questo autore era solito creare commedie nelle quali gli umili e i deboli, avevano la rivincita contro i forti e ricchi.

Quello fu però solo l'inizio, perchè questa tradizione è il frutto di cambiamenti avvenuti nei secoli. Infatti, fino al 1840 Sandrone era un personaggio della commedia e viveva da solo, poi in quell'anno appare la moglie, Pulonia, e ben presto i due hanno un figlio, cioè Sgorghìguelo, precisamente nel 1846, quando il perfezionatore del burattino di Sandrone, Giulio Preti, intagliò anche questa tera figura più giovane. Bisogna sapere che inizialmente Sandrone faceva solo dei proclami in cui elencava gli eventi dell'anno, ma dalla fine dell'800 la figura viene rivoluzionata e da proclamatore diventa "sproloquiatore", e cioè inizia la fase della satira politica e di costume.

E fu così importante per la città che il Giovedì Grasso del 1946, anno in cui Modena era stata appena liberata dai nazi-fascisti, a rappresentare Modena non vi fu un'autorità ma appunto Sandrone, il quale decise per quell'anno di non fare il proprio sproloquio dal balcone del palazzo Comunale, ma dalla Preda Ringadora. E infatti la parola stessa Ringadora, deriva dal termine "arringare" ovvero "parlare", stesso significato della parola dialettalre "sproloquiare". Infatti, l'intento di Sandrone era quello di avvicinarsi di più al popolo.

Ma perché si chiama Pavironica? Se da un lato il creatore del nome di Sandrone sarebbe Giulio Cesare Croce e l'ideatore del trio famigliare sarebbe il burattinaio Giulio Preti, l'origine del cognome sarebbe da legare ad un altro evento risalente al '700. All'epoca a Modena governavano gli Estensi, che chiamavano a corte ogni carnevale un contadino rozzo per beffeggiarlo. Accadde che un anno venne chiamato un certo Alessandro Pavironi, il quale con arguzia e genialità seppe rispondere alle domande della corte tanto da mettere in imbarazzo gli stessi commensali. Non ci volle molto perché divenisse famoso, e forse il nome Sandrone potrebbe essere legato anch'esso a questa storia, dato che il protagonista si chiama Alessandro. 

A questa storia manca un ultimo tassello, ovvero il mitico luogo da cui arriverebbe la famiglia Pavironica, ovvero il leggendario "Bosco di Sotto".  A lungo si è cercato questo luogo, che evidentemente non è una località geografica, ma più un luogo legato al mito e alla tradizione. Tre sono le teorie: si potrebbe trattare del Bosco di Rainusso che si trovava fuori dalla Villa della Pentetorri voluta dal duca Francesco I nel 1650 come residenza di villeggiatura. Opppure si potrebbe trattare del Bosco della Partecipanza, cioè tra Nonantola e S. Giovanni in Persiceto. Altri lo identificano con il bosco di San Felice. In tutti i casi si tratta di una località lontana dal rumore della città e questo basta ai modenesi per stimare Sandrone e il suo discorso se ha un sapore di "antica saggezza". 

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