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Curiosità Modenesi | Gli 8 tesori del Duomo che il mondo ci invidia

Il duomo di Modena con la sua Ghirlandina non sono solo il simbolo della città, ma conservano importantissimi tesori invidiati da tutto il mondo

Il Duomo di Modena è un tesoro che i nostri antenati hanno edificato quasi mille anni fa per lasciarlo in eredità ad una città che forse non lo conosce così bene e che forse si dimentica dei tesori che contiene. E allora ecco i 10 tesori conservati all'interno del Duomo di Modena: 

Le meraviglie dei Maestri Campionesi (1-2)

Non tutti lo sanno, ma nel 1167 ai più noti Lanfranco e Wiligelmo subentrarono coloro che erano considerati i geni dell'architettura e dell'arte dell'epoca, ovvero i Campionesi, che prendevano appunto nome da Campione d'Italia. Questi maestri sono gli inventori delle meravigliose Porta Regia che da su piazza Grande, e della vicina Porta dei Principi. In particolare la Porta Regia diventò un esempio per tutto il mondo dell'arte perchè consentiva di conoscere al meglio le innovazioni architettoniche dell'epoca.

La cuspide della Ghirlandina (3-4)

Il maestro Campionese di cui è rimasta maggiormente traccia nei documenti è Enrico da Campione, fautore della nota cuspide della Ghirlandina, evento del 1319, che innovò la torre campanaria e da essa deriverebbe il nome Ghirlandina. Lo stesso uomo realizzò uno dei più bei pulpiti del nord Italia all'interno dello stesso Duomo. 

La cripta (5)

Nel XVIII secolo venne modificata l'abside centrale della cripta, entro cui si trova il sepolcro di San Geminiano: grazie al lascito testamentario di un canonico le pareti vennero rivestite di marmi rari e preziosi, le finestre chiuse da preziose e sottili lastre di onice, le volte vennero rifatte e decorate con stucchi e altri materiali. In quell'occasione fu fabbricato anche una nuova e preziosa urna funeraria del santo, mentre l'altare che la precede fu recintato con una balaustra marmorea.

Il Presepe del Begarelli (6)

Realizzato nel 1527 è oggi ancora visibile nella nata meridionale del duomo poco dopo la Madonna aureolata d'oro che spicca fra i Santi. E' considerato uno dei presepi storici più curati e più belli. Seppur sia di semplice terracotta, la finezza delle sue figure è ispirata all'arte classica e viene esaltata dalla composizione scenografica.  Oggi le vediamo di colore naturale di terracotta, ma quel marroncino chiaro non era originariamente nel progetto del Begarelli. Infatti, lo scultore dopo averle modellate, scelse di dipingere le statue di bianco con un'accuratezza tale che dovevano sembrare di marmo, ma con il recente restauro si è scelto di riportarle alla coloritura naturale.

L'Organo Traeri (7)

Nel duomo di Modena si trova anche un secondo organo, costruito nel 1719 da Giandomenico Traeri. Lo strumento, di piccole dimensioni, è a trasmissione meccanica ed ha una tastiera di 45 note ed una pedaliera a leggio di 12, entrambe con prima ottava scavezza. Il pedale è privo di registri propri ed è costantemente unito al manuale.

Il racconto della Genesi (8)

Siamo spesso abituati a vedere bassorilievi nell'esterno delle chiese, eppure quelle di Modena sono uniche nel proprio genere, infatti quando vennero commissionate a Wiligelmo, egli sostenne che dovevano essere fatte per narrare la Bibbia a chi non sapeva leggere. Egli allora pensò di realizzarle come se fossero dei quadri, uno affianco all'altro, formando una sorta di libro aperto. Oggi potete vedere questa idea nella facciata del Duomo. 

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