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Cultura

Curiosità Modenesi| I luoghi modenesi infestati dai fantasmi 

Un viaggio tra i luoghi più infestati da fantasmi o più legati a storie dell'orrore del territorio modenese

SCRITTE DI SANGUE NEL CASTELLO DI SPILAMBERTO. Nel 1500 con la crescente influenza dell'Inquisizione, il concetto di giustizia diventò soggettivo. Ne è un esempio l'inquietante carcerazione di Messer Filippo chiamato il Diavolino, che venne rinchiuso nella prigione del Castello di Spilamberto. Un ambiente di 150 metri quadri dove il prigioniero soffriva freddo, reclusione e fame. Quei tre mesi di reclusione bastarono al condannato per impazzire e sfogarsi in scritte sui muri fatte di sangue e sostanze proteiche, probabilmente reperite dal cibo servito. Nelle inquietanti scritte, ritrovate solo nel 1947, Filippo racconta di essere stato ingannato da una donna che lo ha portata al carcere. Stando a queste testimonianze era innocente e gli accordi presunti con il maligno erano solo una scusa. La leggenda vuole che il suo spettro si aggiri ancora tra le mura del castello.

CASA DELLE 100 FINESTRE. E' il luogo più inquientate della nostra Provincia e i giovani modenesi avranno sentito almeno una volta questa storia, e qualcuno avrà cercato anche di sfidare le ombre che l'avvolgono. Si tratta della "Casa dalle 100 finestre", una villa antica che si situa sulla Vignolese, dove si raccontao fatti strani. Alcuni testimoni parlano di sensazioni extratemporali, cioè una volta entrati  nell'abitazione il tempo si fermerebbe e una volta usciti si accorgerebbero che in realtà sono passate ore. All'origine di queste stranezze vi sarebbe la storia di un padre che, dopo un incidente in macchina, avrebbe seppellito i figli dietro la casa, e da lì si sarebbero create tutte le storie di fantasmi. La storia più originale non riguarda però paranormale o fantasmi, ma una particolare sfida che veniva fatta tempo fa all'interno della Casa: chi si è messo a contare le finestre la prima volta ne conta 100, ma se cerca di ricontarle saranno 99, poi di nuovo 100 e così via.

IL POZZO DEI FANTASMI SPAGNOLI. La leggenda fa riferimento ad un periodo ben preciso, ovvero quello della lotte per le investiture fino a quello in cui l'imperatore Federico Barbarossa scese dalle terre tedesche nel nord Italia. Per l'appunto, durante, questo periodo i modenesi avevano gettato molti cadaveri di soldati tedeschi all'interno di un pozzo collocato nell'area del quadrivio delle quattro colonne. Da questa storia macabra è poi nata una leggenda, la quale vorrebbe che durante la notte i fantasmi di questi soldati uscissero dal pozzo e girovagando per le strade limitrove al quadrivio, spaventassero i residenti. Per questo motivo, sempre secondo la leggenda, venne edificata in quel luogo una cappelletta con una croce. Questa cappelletta venne poi demolita nel 1614 mentre la croce del  XII secolo fu tolta per dare posto a un'altra croce eretta su di una colonna. La prima croce, quella del periodo medioevale, si trova ora nel Palazzo dei Musei, tutt'ora visibile nel cortile al piano terra, mentre la seconda croce fu collocata nel cimitero di San Cataldo.

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