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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Festival Filosofia 2018. Interrogarsi sulla verità, sul finto e sulla falsità

Al centro della discussione filosofia 2018 per il Festival vi è il confronto tra verità e falsità, indagando quel confine, a volte così labile, che sembra rendere impossibile distinguere l'una dall'altra

La Verità è il cuore del Festival Filosofia 2018 che si terrà dal 14 al 16 Settembre tra Modena, Carpi e Sassuolo, in cui esperti, filosofi e autori italiani e internazionali si confronteranno sul tema del Vero e del Falso. Un percorso che passa dalle Forme di Verità, analizzando le differenti declinazioni dell'idea stessa della verità, alle Prove e Testimonianze dietro alla verità, che prendono forma nelle argomentazioni logiche così come nelle prove ottenuto grazie all'analisi scientifica. La verità è considerata anche nell'ambito dell'Opinione Pubblica, in cui si passa dall'opacità alla trasparenza, in cui tutti cercano di dare e di prendere verità, passando poi per il quarto filone di discussione che sono le Menzogne, le Finzioni e le Falsificazioni, che nascono là dove il vero incontra il falso, e a volte il confine tra i due è così labile da non essere più riconoscibile. Ultimo tema è quello del "Tutta la verità, nient'altro che la verità" che ruota attorno al rapporto tra dire e fare, per discutere la complessità del dire il vero.

Forme di verità

 La prima pista affronta differenti declinazioni dell'idea di verità nella discussione filosofica, partendo - con Massimo Cacciari - dalla nozione stessa di "aletheia", cioè il modo in cui i greci formulavano la "via degli uomini" al vero, presi tra incertezza e decisione. Gli farà da contrappunto Emanuele Severino, che discuterà il rapporto tra verità e contraddizione per mostrare l'innegabilità del vero, mentre Massimo Recalcati - in una disamina della figura di Edipo - si occuperà di una forma arcaica di "aletheia", fondata sull'enigma e l'oracolo, e delle sue implicazioni. Wolfram Eilenberger, nel prisma di autori come Wittgenstein e Heidegger, tratterà la crisi delle relazioni tra linguaggio e realtà che a lungo sono state paradigma della verità come corrispondenza.  Carlo Sini mostrerà viceversa che la pratica della verità è inscindibile dall'esperienza dell'errore e per certi versi vi coincide. Al carattere singolare-plurale di uno dei pensieri razionali per eccellenza, quello matematico, è dedicato l'intervento di Paolo Zellini, che conduce a una riflessione sui fondamenti e sulle contingenze del sapere. Di unità del pensiero e pluralità dei saperi si occuperà Marc Augé (membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia), mentre il rapporto tra certezza e dubbio, verità e scetticismo, sarà declinato sul piano morale dalle lezioni di Roberta De Monticelli (che proporrà la consistenza dei valori) e Gustavo Zagrebelsky (che farà l'elogio della cruciale virtù democratica del dubbio).  All'idea recente e problematica di "post-verità" è dedicato l'intervento di Maurizio Ferraris, che ne mostrerà la correlazione con la cultura post-moderna, indicandone possibili vie d'uscita.

Prove e testimonianze

Il secondo filone riguarda una caratteristica essenziale dei discorsi di verità, che chiedono di venire messi alla prova secondo modi e procedure condivisi. È questa la ragion d'essere della ricerca scientifica, il cui impatto pubblico è sotto gli occhi di tutti, ma che deve contemperare accessibilità democratica e accreditamento delle teorie. Michele De Luca ne ricostruirà ragioni e prospettive. La complessità della prova in ambito scientifico emergerà nel dibattito tra Lucia Votano e Antonio Zoccoli (moderati da Marco Cattaneo), che mostreranno come in fisica i ricercatori vadano in cerca di "rivelazioni", seguendo tracce di interazioni tra particelle che non sono di per sé osservabili, ma di cui si possono osservare i prodotti (in collaborazione con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). Ragionamento trasversale alle discipline, la questione della prova è fondamentale non solo in laboratorio, ma anche in un altro luogo dove la verità viene messa in gioco, ossia il tribunale: Luigi Ferrajoli farà vedere come la verità processuale sia raggiunta attraverso un confronto tra prove di cui sia garantita la confutabilità. Come indicherà Christian Delage attraverso i casi di alcuni celebri processi internazionali (da Norimberga al Tribunale internazionale de L'Aja), il tema dell'attendibilità è particolarmente delicato nel caso di prove audiovisive, per le quali la questione della manipolabilità e i sospetti di messa in scena richiedono specifici meccanismi di verifica. 

Ciò conduce alle analogie e alle differenze tra verità processuali e verità storiche, segnalando soprattutto l'uso controverso che si fa dei fenomeni storici, tenendo presente, come mostrerà Luciano Canfora, che la fabbrica dei falsi, nella documentazione, è sempre in attività. Il dilagare di opinioni negazionistiche, ormai non tanto negli ambienti di ricerca, quanto nei media online, è fenomeno cui si risponde con una rinnovata attenzione all'affidabilità delle prove: ne discuteranno Annette Wieviorka, in un intervento sull'impegno alla trasmissione della testimonianza, e Marcello Flores, che ricostruirà una mappa globale dei negazionismi. Una delle esigenze di prova che maggiormente pervadono l'attuale fase dei rapporti tra politica e comunicazione - dovuta alle trasformazioni tecnologiche e ai social media - è il cosiddetto "fact checking": Anna Maria Lorusso ne mostrerà la complessità, da sciogliere con una versione della verità fondata sui criteri di accuratezza e affidabilità."Filo-logia", cioè amore per il "logos" e la parola, per la prova e l'argomentazione, è d'altronde, come sosterrà Ivano Dionigi, ben più che una disciplina, ma un vero e proprio compito di ricerca, di cittadinanza e di umanità.

Opinioni pubbliche

La terza pista tematica riguarda il rapporto diretto tra verità e politica. Complessivamente, il processo della modernità può essere letto come un passaggio (o meglio, l'esigenza di un passaggio) dall'opacità alla trasparenza. La politica nata nel segreto degli appartamenti privati del Principe, dove si macchinavano le ragion di Stato (gli arcana imperii di cui ricostruirà un'interpretazione allargata Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia), dovrebbe farsi trasparente, mentre il Palazzo del potere, immaginato di cristallo, dovrebbe porsi allo sguardo dei cittadini. Mai pienamente realizzata, questa fuoriuscita implica pluralismo e reciproco riconoscimento nella sfera pubblica (ne discuterà Julian Nida-Rumelin nella "Lectio Gruppo Hera"), in forme per le quali il riconoscimento del molteplice e delle differenze deve accogliere le ragioni della disputa senza degradare nell'inimicizia: ne parleranno rispettivamente Antonella Besussi e Roberto Esposito.

 All'opacità del potere totalitario e post-democratico, che come mostrerà Simona Forti istituzionalizza la menzogna, si contrappone l'ideale di una verità pubblica che valga addirittura come diritto di cittadinanza: Franca D'Agostini presenterà la sfida di questa generazione avanzata di diritti "aletici" per cui i cittadini possano interagire con istituzioni e sorgenti d'informazione la cui affidabilità sia stata validata a monte.Uno dei terreni in cui l'attendibilità delle fonti e l'affidabilità delle sorgenti è straordinariamente attuale - anche per via delle epocali trasformazioni mediatiche - è quello dell'informazione, di cui Armando Torno discuterà il futuro e il rapporto con la politica ("Lectio Confindustria Emilia"), mentre alla propaganda sui nuovi media - cui corrisponde una trasformazione del linguaggio emotivo e suasorio - è dedicata la lezione di Giuseppe Antonelli. La formazione delle opinioni è d'altronde sempre un fatto di credenze più o meno condivise e argomentate (ne parlerà Dan Sperber). Tra realtà e percezione - come nel caso dei dati statistici sui più rilevanti fenomeni sociali - vige del resto una cronica sfasatura, dovuta non solo all'analfabetismo numerico di cui soffre l'opinione pubblica o alle strumentalizzazioni del sistema mediatico, ma alla natura stessa del dato, che occorre contestualizzare perché sia eloquente, come mostrerà Nando Pagnoncelli (Lectio "Rotary Club Gruppo Ghirlandina").

Menzogne, finzioni, falsificazioni

La quarta pista di lavoro è dedicata alla connessione stretta e fertile tra vero e falso, di cui occorre sottolineare la dimensione creativa e produttiva, emancipatoria e demitizzante, segnalando anche i transiti continui tra l'uno e l'altro, oltre ogni lettura binaria. Jean-Luc Nancy mostrerà come vi sia un carattere veritiero della menzogna, mentre Andrea Tagliapietra risalirà alle origini evoluzionistiche dei comportamenti mimetici e ingannevoli (come quelli delle prede per difendersi dai cacciatori), per far vedere come si ritrovi qui una storia naturale dell'intelligenza. La stessa memoria - come sosterrà Alberto Oliverio - produce falsi ricordi i cui effetti sono nondimeno reali, mentre l'universo della fantasia e dell'immaginazione elabora realtà dotate di una loro consistenza che sfuggirebbe alla visione minima di una "corrispondenza coi fatti": è vero per il sogno, che sarà al centro delle riflessioni e dei racconti di Stefano Massini, così come per l'iconografia, di cui parlerà Maria Bettetini. L'inconscio stesso - continente opaco che caratterizza la nostra psiche - possiede ed esprime una sua verità, come mostrerà Umberto Galimberti, mentre la "falsa coscienza" ha un rilievo pubblico evidente nel nuovo rapporto tra intellettuali e potere, nel rinnovamento del cinismo di cui tratterà Peter Sloterdijk. I confini tra verità e bugie dipendono dalle relazioni, come farà vedere Silvia Vegetti Finzi in una lezione sul rapporto comunicativo tra adulti e bambini. A due figure iconiche della bugia e della menzogna - di cui verranno tratteggiati i complessi contorni - sono dedicate le lezioni di Piero Boitani e Daniela Marcheschi, che si occuperanno rispettivamente di Ulisse e Pinocchio.

"Tutta la verità, nient'altro che la verità"

 La quinta pista ruota attorno al rapporto tra dire e fare, per discutere la complessità del dire il vero. Inscritto nel canone morale fin dal Decalogo secondo il precetto del "non pronunciare falsa testimonianza" (di cui parlerà Enzo Bianchi), il tema della sincerità privata e della verità pubblica (che Salvatore Natoli delineerà nei termini della "parresia"), implica un impegno di coraggio personale, come sosterrà Remo Bodei. Occorre anche tenere presente che sincerità e trasparenza non significano "dire tutto", come farà vedere Michela Marzano (Lectio "Coop Alleanza 3.0"). Se il regime della confessione è in ogni caso una costruzione culturale, nel corso della storia esso ha preso forme istituzionali in cui presunte dichiarazioni di verità sono state estorte con la violenza e la costrizione: non solo nel passato inquisitoriale di cui discuterà Adriano Prosperi, ma anche nel presente in cui si ricorre ancora alla tortura, perfino in sistemi democratici, come mostrerà Donatella Di Cesare.

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