rotate-mobile
Cultura

Cinema e letteratura, Gaia Rayneri: "Io non sono la sceneggiatrice"

La giovane scrittrice precisa quanto scritto su questo sito in merito al suo primo romanzo "Pulce non c'è" e alla realizzazione del film tratto da quello: pubblichiamo volentieri le sue parole

 

 

 

In seguito all'intervista rilasciata da Gaia Rayneri in occasione della premiazione del premio "Frignano" di Pievepelago e su questo sito riportata, la stessa ha voluto precisare alcuni punti riguardanti il suo primo lavoro "Pulce non c'è". Di seguito riportiamo ciò che l'autrice ha detto.

"Io non sono la sceneggiatrice del film: la sceneggiatrice è Monica Zapelli: come ho infatti detto anche dal palco, io collaboro alla sceneggiatura. Ci siamo spartite temporalmente il lavoro in modo che lei, mesi fa, potesse lavorare alla struttura del film (che è infatti rimasta invariata rispetto al materiale da lei consegnatoci), grazie alla sua competenza e professionalità (che a me manca, non essendo infatti sceneggiatrice professionista): lei è stata l'anello fondamentale per passare dalla carta all'immagine, dal libro al film; successivamente la mia presenza si è intensificata, in quanto autrice del libro e persona coinvolta nella vicenda reale che il film, come il libro, racconta.

Ho parlato di rischio "film all'italiana" ma solo perchè data la materia del film e dello stesso romanzo, c'è il rischio "tragedia all'italiana": rischio del quale lo stesso regista è conscio, e del quale abbiamo parlato più volte, e che stiamo con tutte le forze superando.

Parlando poi della fedeltà al mio romanzo ho avuto la fortuna di trovare una produzione indipendente, libera da vincoli di qualsiasi natura e dotata di grande sensibilità, e un regista disponibile, generoso e sensibile: proprio per questo hanno voluto coinvolgermi nella preparazione del film, cosa che normalmente non succede con l'autore del libro: da parte loro è stato un gesto di grande fiducia e altruismo, perché sono stati i primi ad avere a cuore il non-stravolgimento del mio romanzo. Poi per una legge delle trasposizioni delle opere dalla carta stampata al grande schermo, si può dire che "il modo migliore per essere fedeli a un romanzo è "tradirlo"": nel senso che ci sono, naturalmente, espedienti letterari che sono efficacissimi in un romanzo, ma già visti o poco d'impatto al cinema: tutti insieme, regista, sceneggiatrice, produzione ed io, abbiamo lavorato nel senso della fedeltà al testo: fedeltà che passava anche attraverso questo, ovvero ideare ex-novo espedienti che permettessero di conservare l'efficacia del racconto affidandolo ad un altro mezzo, quale quello cinematografico."
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cinema e letteratura, Gaia Rayneri: "Io non sono la sceneggiatrice"

ModenaToday è in caricamento