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Antonio Gandia, un tenore internazionale al Teatro Pavarotti

Il cantante spagnolo di scena la prima volta in città nella Traviata di Verdi caratterizzata dalla moderna regia di Alice Rohrwacher

Grande successo al Teatro Pavarotti per la "Traviata" che, con la magica serata al Valli di Reggio Emilia, ha segnato il debutto nel mondo operistico della regista cinematografica Alice Rohrwacher. Una versione moderna, quella del capolavoro verdiano, in grado di cogliere con entusiasmo le aspettative del pubblico modenese sia da un punto di vista dell'impatto scenico che della direzione musicale di Francesco Lanzillotta esaltata dalla splendida sonorità dell'Orchestra dell'Opera Italiana e dal  trio dei protagonisti Mihaela Marcu, Marcello Rosiello e Antonio Gandia da noi intervistato dopo la trionfante serata.

Una stella del canto internazionale. Considerato uno dei più importanti giovani tenori spagnoli di oggi, Gandia ha iniziato gli studi musicali nella sua città, Crevillente-Alicante nel 1995, entrando l’anno successivo al Conservatorio de Valencia "Joaquin Rodrigo" e nel '98 nella Scuola di Musica Reina Sofia, dove ha seguito, all'interno della Fundacion Ramon Areces, i corsi di perfezionamento con Renata Scotto, Ileana Cotrubas ed Elena Obraztsova e maturato una stretta amicizia con il tenore galiziano Enrique Paz Escudero primo allievo del grande direttore Alfredo Kraus. Nel 1999 ottiene il miglior premio nell'ultima edizione del Concorso Internazionale di Canto dedicato a Kraus stesso e partecipa al Galà dei Vincitori organizzato dalla RTVE, riscuotendo il prestigioso consenso della critica specializzata. Dalla sua vanta numerosi altri riconoscimenti tra i quali segnaliamo, nel lunghissimo elenco, quello Internazionale di Canto Francisco Viñas di Barcellona nel 2004. 

Questa è stata la sua prima opera a Modena. Che effetto le ha fatto cantare nella terra di Luciano Pavarotti? "Debbo dire che ho provato una certa emozione. Nei momenti liberi ho avuto modo di visitare la casa museo del Maestro, il cimitero dove è sepolto.... Tutto qui da voi respira della sua presenza ed esibirmi nel teatro che porta il suo nome è stato per me un vero onore."

Ha mai conosciuto il grande tenore personalmente? "Purtroppo non ne ho avuto l'occasione e me ne dispiace. Di lui ricordo, comunque, le meravigliose performance e in particolare la sua capacità di riuscire ad interfacciarsi con aritsti di altri generi musicali, soprattutto rock. Un'esperienza che anche io vorrei fare, magari assieme a Laura Pausini molto famosa in Spagna. Ne sarei felicissimo!"

Come ha trovato la nostra città e il suo pubblico? "Modena mi è apparsa subito affascinante non solo per le sue vestigia architettoniche, ma anche per la qualità della vita. Naturalmente, mi sono comprato alcune confezioni di Balsamico e tante cose buone da mangiare. Il pubblico teatrale mi è sembrato alquanto attento e preparato. Una piazza, la vostra, davvero difficile, che, in ogni caso, ci ha riservato un incredibile calore." 

Parliamo ora della Traviata. Quanto le ha comportato assumere la parte di Alfredo? L'aveva già interpretata? "Sì, in diversi palcoscenici europei e di recente al Teatro Reale di Madrid. Un compito difficile che, data la mia scrupolosità, mi ha richiesto pure per la tourné italiana un mese di preparazione."

Che giudizio dà alla regia di Alice Rohrwacher? "Di sicuro, positivo anche se, in virtù della sua moderna caratterizzazione, di inclinazione un po' cinematografica, necessita una particolare attenzione per essere compresa appieno."

Quali  tappe osserverà prossimamente l'opera? "Andremo a Como, Bergamo, Cremona, Pavia."

E, in futuro, dove la vedremo protagonista? "Sarò impegnato con il Rigoletto a Las Palmas e poi con la Madame Butterfly a Firenze."

Avrà occasione di tornare a Modena? "Spero proprio di sì, anche perché devo ancora visitare la Ferrari e incontrare altre due grandi del canto mondiale, Mirella Freni e Raina Kabaivanska. Due donne eccezionali con le quali mi piacerebbe davvero poter collaborare."

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