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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura

Itinerari Modenesi | La Modena della Grande Guerra, luoghi e aneddoti

Una storia, quella della Grande Guerra, che è iniziata prima dell'entrata dell'Italia nel conflitto e che si commemora ancora oggi con edifici che ricordano gli oltre 7 mila modenesi caduti

Non c'è alcun dubbio che la Seconda Guerra Mondiale abbia lasciato più segni distinguibili nella storia, nell'architettura e nello sviluppo della città di Modena, eppure anche la Prima Guerra Mondiale ha visto la nascita di luoghi per i soldati e altri invece per commemorarne i caduti, che nella provincia modenese furono 7232. In questo viaggio visiteremo, come fossimo un soldato modenese della Grande Guerra, i luoghi che avremmo visitato in quel periodo. 

Le piazze

Prima di tutto i modenesi, bisogna dirlo, erano per la maggior parte contrari all'interveno italiano nella Grande Guerra, che era scoppiata il 28 Giugno 1914 con la partecipazione di inglesi, russi e francesi da un lato e di tedeschi, austro-ungarici e ottomani dall'altro. Infatti il primo luogo che racconta queste periodo furono le piazze del centro dove si riversarono i modenesi per manifestare contro la guerra. Tuttavia, c'erano anche manifestazioni degli interventisti e non raramente accadevano scontri tra questi due gruppi. 

Chiesa di Sant'Agostino ed educatorio di San Paolo

Il 25 Maggio l'Italia entra in guerra con Cadorna per quella che veniva battezzata come Quarta Guerra d'Indipendenza. Presso la chiesa di Sant'Agostino e l'educatorio di San Paolo si presentarono i giovani che si arruolavano come volontari, ma non solo ragazol, ma anche veterani come Enrico Rinaldi, l'ultimo modenese garibaldino, che all'epoca aveva 65 anni. 

Portici del Collegio

Per farvi capire il clima che si respirava all'epoca a Modena, pensate che sotto i Portici del Collegio fu fermato un signore dai capelli sospettosamente troppo biondi, e qualcuno pensò che si trattasse di una spia tedesca o austriaca che voleva vedere quanti modenesi si stavano arruolando volontariamente. Tuttavia si scoprì che il malcapitato era solo un agente di commercio di Cremona. 

Portici 

Con il 1917 la guerra iniziò a pesare non poco sulle spalle dei modenesi, infatti il 1° Ottobre fu resa obbligatoria la terra del pane, con una quota giornaliera a persona di 300 grammi. E il 1° Dicembre a Modena fu dichiarato lo Stato di Guerra e furono chiusi i porti con cassette di terra e sacchetti di sabbia, infatti quelli sarebbero stati i rifugi pensati in caso di bombardamenti che erano eseguiti dalle cosiddette "macchine aeree".

Duomo di Modena

Il 3 Novembre si udirono le campane delle chiese modenesi suonare all'impazzata e al suo interno a gran festa si cantava il "Te Deum", con un corteo preceduto dal tricolore che percorreva le strade fra gli applausi. Trento e Trieste erano italiane e presto una strada vicino al centro storico avrebbe preso il nome di quelle due città. 

Chiesa Il Tempio

Fu dedicato a quei 7237 modenesi caduti sui campi di battaglia della Prima Guerra mondiale la chiesa Il Tempio che oggi si trova a pochi passi dal centro.  La posa della prima pietra avvenne l’8 dicembre 1923, alla presenza del Re d’Italia Vittorio Emanuele III, di Mons. Natale Bruni, vescovo di Modena, che quest’opera ideò e volle, profondendovi generosamente ogni suo avere, per poi essere inaugurata il 3 Novembre 1929.

Monumento dei caduti in guerra

A ridosso della fine della Prima Guerra Mondiale, già nel 1919, si formò il comitato "pro Monumento ai Caduti" che iniziò a raccogliere i fondi per erigere per l'appunto un monumento che commemorasse più di settemila anime. Nel 1922 venne indetto un concorso nazionale per la scelta della scultura e furono 40 gli artisti che presentarono i loro bozzetti, alla fine vinse l'idea di Ermenegildo Luppi, un artista modenese. I lavori iniziarono nel 1924. L’inaugurazione avvenne in modo solenne alla presenza del Re il 3 novembre 1929.

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