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"Nel labirinto coloniale". La ricca collezione di Alessandro Spina

La grande attualità del rapporto tra l'Italia e la Libia apre scenari sul difficile presente e sull'incerto futuro, alimentando una riflessione che l'opera letteraria di Alessandro Spina non può che rendere più profonda e consapevole

Gli eredi di Alessandro Spina hanno donato la sua biblioteca coloniale (645 volumi e 200 numeri di riviste, fotografie e articoli a stampa: una raccolta pressoché unica nel suo genere) al Centro Documentazione Memorie Coloniali di Modena, e la città dedica una due giorni venerdì 17 e sabato 18 febbraio. L'iniziativa a partecipazione libera, intitolata “Nel labirinto coloniale”, è organizzata dai Musei civici di Modena con l'associazione Moxa - Modena per gli altri e l'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con l'Istituto Storico e la Casa delle Culture di Modena, con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

VENERDI' 17. Nel primo appuntamento, venerdì 17 febbraio alle 17.30 alla Casa delle Culture, via Wiligelmo 80, si svolge la consegna ufficiale della Biblioteca di Alessandro Spina a Moxa rappresentata dal presidente Marco Turci. Partecipano Gianpietro Cavazza, vicesindaco e assessore alla Cultura, Francesca Piccinini, direttrice dei Musei civici, Walter Reggiani, presidente della Casa delle Culture, Alessandra Cusan e Valeria Grazzi, nipoti di Alessandro Spina, e Anna Storchi.

SABATO 18. Secondo appuntamento sabato 18 dalle 9 alle 13: alla Sala ex Oratorio al piano terra di Palazzo dei Musei, largo Sant'Agostino, si svolge un convegno dedicato a Spina, introdotto da Francesca Piccinini, Marco Turci e dal coordinatore del simposio Paolo Bertella Farnetti, master in Public History all'Università di Modena e Reggio.

GLI INTERVENTI. Interverranno Luciano Marrocu dell’Università di Cagliari con la relazione “L’uomo che visse due volte. Alessandro Spina tra Oriente e Occidente”; Nicola Labanca dell’Università di Siena con “La storia coloniale della Libia nei romanzi di Spina”; Elisabetta Benigni dell’Università di Torino) con “Il viaggio nella ‘città di rame’ di Alessandro Spina”; Gennaro Gervasio dell’Università Roma 3 con “Ai confini dell’ombra. L’esperienza coloniale italiana in Libia attraverso gli occhi di uno scrittore levantino”; Sandro Triulzi dell’Università “L’Orientale” di Napoli con “Lo sguardo dentro: Alessandro Spina e la finzione coloniale”; Cecilia Novelli dell’Università di Cagliari con “Alessandro Spina imprenditore e il miracolo economico” e Anna Santucci dell’Università di Urbino “Carlo Bo” con “I 'ponti imprevedibili'. Spina e la Cirenaica greco-romana tra memoria e identità”.

L'ARGOMENTO. La grande attualità del rapporto tra l'Italia e la Libia apre scenari sul difficile presente e sull'incerto futuro, alimentando una riflessione che l'opera letteraria di Alessandro Spina non può che rendere più profonda e consapevole. I suoi romanzi e i racconti ambientati in Libia nel periodo compreso tra la colonizzazione italiana avviata nel 1911 e lo sfruttamento del petrolio negli anni Sessanta, crescono infatti sulla profonda conoscenza degli eventi storici di cui è testimone la sua biblioteca coloniale già consultabile on line (www.memoriecoloniali.org).

ALESSANDRO SPINA.  Alessandro Spina (nome d’arte di Basili Khouzam) è nato a Bengasi in Libia nel 1927 ed è morto in Italia nel 2013 a Rovato, in provincia di Brescia. Industriale e scrittore, conosciuto con lo pseudonimo di derivazione verghiana “Alessandro Spina”, i suoi romanzi e racconti sono ambientati in Libia in un periodo compreso tra la guerra italo-turca del 1911-12 e la corsa al petrolio iniziata nel 1964. Nei personaggi di Spina si riflettono le culture dell'occidente e dell'oriente, assieme alle reciproche, differenti concezioni di vita e strutture sociali. Dal 1955, anno del suo esordio editoriale, questi temi hanno trovato sviluppo in 11 libri raccolti nel 2006 nel poderoso volume “I confini dell'ombra”, edito da Morcelliana.

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