Falstaff, l'ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi in scena al Teatro Comunale
È l’ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, testamento artistico e una fra le due sole opere comiche del suo catalogo: Falstaff va in scena per il cartellone d’opera al Teatro Comunale Luciano Pavarotti venerdì 14 febbraio 2020 alle 20.00 e domenica 16 alle 15.30. Il nuovo allestimento è curato dal Teatro Municipale di Piacenza in coproduzione con i teatri di Modena e Reggio Emilia, già definito dalla critica tra le produzioni più attese del 2020, segna il debutto nel ruolo del titolo del baritono Luca Salsi, riconosciuto interprete verdiano di riferimento a livello internazionale, reduce dall'enorme successo personale per il suo Scarpia nella Tosca che ha inaugurato la Stagione del Teatro alla Scala di Milano.
L'opera vedrà sul podio Jordi Bernàcer, bacchetta di prestigio internazionale, dal 2015 direttore residente all'Opera di San Francisco. A lui è affidata la direzione dell'Orchestra dell'Emilia-Romagna Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati. Un cast di importanti voci dà ulteriore spessore alla produzione: il baritono Vladimir Stoyanov (Ford), acclamato nei più importanti teatri internazionali, il tenore Marco Ciaponi (Fenton), Luca Casalin (Dottor Cajus), Marcello Nardis (Bardolfo) e Graziano Dallavalle (Pistola). Prestigiose le voci femminili: Serena Gamberoni (Mrs. Alice Ford), Giuliana Gianfaldoni (Nannetta), Rossana Rinaldi (Mrs. Quickly) e Florentina Soare (Mrs. Meg Page).
Falstaff, su libretto di Arrigo Boito che com'è noto s'ispirò al personaggio di matrice shakespeariana che compare nelle Allegre comari di Windsor e Enrico IV, debuttò alla Scala il 9 febbraio 1893. E proprio da Shakespeare è partito Leonardo Lidi, regista dello spettacolo, per questo nuovo allestimento, coadiuvato dalle scene di Emanuele Sinisi, dai costumi di Valeria Donata Bettella, dalle luci di Fiammetta Baldiserri con l'assistenza alla regia di Riccardo Buscarini: “Come regista di prosa è stato naturale approcciarmi al lavoro iniziando dalla materia a me più vicina, e dopo - con emozione - l'incontro memorabile con Verdi”, spiega Lidi, che nel 2017 è stato premiato alla Biennale Teatro di Venezia come regista under 30 per la sua “maturità di segno forte e interessante”. “Una commedia – anticipa ancora il regista - che impone una camminata su un filo da equilibrista tra divertimento e complessità, tra immediatezza e dolore. Ma pur sempre una commedia, o meglio, una burla. Il viaggio di una vita prima dell'ultimo sipario”.