Raccontare la crisi con la musica, Federico Rampini ai Giardini
Attraverso i Beatles si può raccontare il mondo. No, non è un'ironica presa in giro ma la divertente e affascinante scommessa del giornalista Federico Rampini che prova – domani, venerdì 24 luglio, alle 21.30 - sul main stage dei Giardini Ducali con Roberta Giallo e Valentino Corvino - a raccontare l'economia usando come spunto la musica dei Fab 4, nel corso dello spettacolo “L’economia spiegata con i Beatles”.
Del resto Rampini ha un autorevolissimo predecessore: "Il mio modello di business? Sono i Beatles", amava dire Steve Jobs, il fondatore della Apple, che di economia e di affari certamente se ne intendeva. Jobs prendeva ad esempio la forma della band, straordinario moltiplicatore dei talenti individuali. Ma Rampini va oltre, prova a vedere il modello dei Quattro di Liverpool come quello di una start-up di successo, in grado di proiettare quattro ragazzi cresciuti nella Liverpool del primo dopoguerra, in una penuria da Terzo mondo, verso la stratosfera della ricchezza. La lezione di Rampini è un perfetto manuale di storia del rock, con il quale prova a spiegare come Taxman, scritta da George Harrison, prefigurasse le rivolte fiscali, o come Get Back, firmata da McCartney, nascesse come una satira dei primi movimenti xenofobi e anti-immigrati. Ma si può essere anche più immaginifici e meno letterali, e vedere in When I'm 64 le anticipazioni della crisi del Welfare State, o in canzoni come Eleanor Rigby e Lady Madonna l'evocazione della nuova povertà che è in mezzo a noi, raccontate in un momento di straordinario boom economico planetario.
Rampini prova a mettere insieme il clamoroso cambiamento culturale imposto al mondo dai Beatles con le conseguenze odierne di quel cambiamento, accosta giustamente l'orientalismo trasformato in esperienza generazionale del viaggio fatto dai Quattro in India nel 1968 con la globalizzazione odierna, oppure riporta all'attenzione il nostro costante rapporto sentimentale con il passato, interpretato in questo caso da Yesterday, con le ansie che oggi abbiamo verso il futuro.