L'“Ultimo romantico” di Giovanardi in mostra a Crac di Castelnuovo
Dopo il successo della mostra inaugurale di Matteo Lucca e Sonia Agosti, CRAC - Castelnuovo Rangone Arte Contemporanea - lo spazio di via della Conciliazione ricavato in una sala comunale all’interno delle antiche mura cittadine - si prepara ad ospitare la seconda esposizione dell'edizione 2019, “Ultimo Romantico” di Mario Giovanardi.
L'inaugurazione è in programma sabato 6 aprile alle 17: anche in questo caso, lo spazio, consentirà agli interessati di ammirare le opere ogni giorno a qualsiasi ora. La sala infatti è illuminata dall’interno e grazie alla vetrina trasparente le opere d’arte saranno visibili sempre dall’esterno.
L’idea di CRAC è di abbattere in un certo senso le barriere fisiche per consentire una fruizione piena e ininterrotta delle opere artistiche, svincolando l’esperienza della visita della mostra a orari o giorni prestabiliti. Il tutto in un contesto pubblico che richiama il legame tra la storia – CRAC valorizza una parte delle antiche mura cittadine – e la contemporaneità artistica che nello spazio trova ospitalità.
La mostra di Giovanardi è la seconda del cartelllone di esposizioni dell'edizione 2019 nella vetrina artistica castelnovese.
Mario Giovanardi nasce a Modena nel 1948, dove vive e lavora. Sotto la guida di Pompeo Vecchiati ed Enzo Trevisi inizia la sua formazione artistica presso il liceo artistico‘A.Venturi’ di Modena, che completerà successivamente laureandosi al Magistero dell’Arte di Firenze.
Pittore prolifico e poliedrico, vanta numerosissime le mostre in Italia ed all’estero e le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni pubbliche e private
“Giovanardi procede nel lavoro artistico per lunghi cicli pittorici. In questo ultimo ciclo, ancora in essere, genera un linguaggio espressivo autologo, evoluto e mediato da un espressionismo astratto, più spiccatamente di matrice nord europea. All’impatto emozionale, preponderante nell’opera di Giovanardi, – scrive dell'artista il curatore della mostra Alessandro Mescoli - sembra essere la pittura stessa ad autocelebrarsi ed a confrontarsi con la propria grandezza; sostituendosi nella semantica delle corrispondenze, alla figura dell’artista ed al paesaggio tipici delle pitture romantiche (da qui il titolo della mostra) del passato; da Turner e Friedrich, fino all’Anacronismo di Ubaldo Bartolini. Aspetto, questo, che pone l’autore in assonanza critica, pur senza farne parte, dell’arte analitica o nuova pittura”.
“Ultimo romantico” sarà visitabile fino al 2 giugno. Il taglio del nastro è in programma sabato 6 aprile alle 17.