Modena, tributo a Tom Jobim
La Bossa-nova come l'abbiamo sempre ascoltata lascia spazio a una visione sempre più moderna e colta della musica di Jobim, così permeata di spunti compositivi novecenteschi. Il pianista italiano Giacomo Ronchini li sottolinea nei suoi arrangiamenti e improvvisazioni con veri e propri sviluppi compositivi dei temi svelando le influenze europee attraverso un'atmosfera minimalista tipicamente “rive gauche” di fine anni '50. I più bei songs del Maestro di Rio, da “The girl from Ipanema” a “Desafinado”, da “Samba de uma nota sò” a “Corcovado” si succedono in unico respiro con la narrazione unica e avvincente del recital pianistico.
Diplomatosi al Conservatorio “G. Verdi” di Milano con il massimo dei voti e la lode, si è perfezionato con B. Petrushanskij e il Trio di Trieste. Ha esordito a soli tredici anni nel concerto K 414 di Mozart sotto la direzione di Daniele Gatti vincendo negli anni successivi le audizioni dell’Orchestra RAI e Pomeriggi Musicali con le quali esegue i Concerti di Mozart, Schumann, Liszt, Rachmaninoff. Tra gli ultimi importanti riconoscimenti si ricordano l’invito da parte della Philarmonia Orchestra alla Royal Festival Hall di Londra, il diploma d’onore dell’Accademia Chigiana di Siena e il premio “Nuove Carriere” organizzato dal CIDIM-Unesco. Il suo disco “Mozart in Paris” è stato scelto da Radio3 tra le novità più interessanti del 2012. Il suo amore per la musica a tutto tondo lo porta negli ultimi tempi a spaziare con nuovi progetti solistici a nuovi arrangiamenti e riletture delle musiche di Antonio Carlos Jobim. L'uscita nel 2015 dell'album “Self-Portrait” segna la sua svolta creativa, alla quale si concede generosamente facendo seguire a breve distanza i due nuovi lavori personali “Forse un giorno” e “So slow, so long”.