Food e fashion, alla San Carlo una mostra per nutrirsi d'arte
Un percorso di stile fra le arti italiane è ciò che Modenamoremio propone ai visitatori della mostra alla Chiesa di San Carlo dal 28 maggio al 19 luglio. Tutte le arti che dialogano fra di loro: pittura, fotografia, moda, l’arte della tavola, e tutte parlano di cibo.
Provengono da importanti collezioni pubbliche e private i dipinti dal ‘600 al ‘900 selezionati dall’antiquario Pietro Cantore, opere che difficilmente si prestano alla visione del pubblico e anche per questo particolarmente preziose. Gli artisti provengono tutti dalla scuola pittorica emiliana, a conferma di come nel ‘600, ‘700, e anche dopo, la produzione nella nostra regione fosse fiorente e qualitativa.
Particolarmente rilevante il quadro del modenese Francesco Malagoli entrato nella collezione estense di Francesco IV: proviene dai depositi della Galleria Estense e il suo prestito è stato l’ultimo atto firmato dall’ex soprintendente Pietro Casciu a Modena. Di grande impatto emotivo il quadro di Paolo Antonio Barbieri, fratello del Guercino, specializzato in nature morte, mentre arrivano dalla collezione di dipinti della Banca Popolare quattro raffinate tempere su carta del faentino Giovanni Rivalta raffiguranti frutta cacciagione e pesci. Dalla Galleria dello stesso Cantore esce il dipinto di Cristoforo Munari, artista reggiano del 600 solito raffigurare oggetti e frutta sullo stile fiammingo. Presente in mostra anche un Adeodato Malatesta, gloria modenese, insieme ad una coppia di nature morte del piacentino Felice Boselli raffiguranti pesci funghi e angurie.
Si arriva al ‘900 con le “Bibite” di Ardengo Soffici, delicata raffigurazione di forme di bottiglie, per rimanere colpiti, infine, dalla violenza dell’universo animale di Antonio Ligabue con “La volpe ladra” del 1948/49. A tenergli testa, nel “faccia a faccia” tra moda e arte, sarà il Lupo, interpretato in una creazione dello stilista Antonio Marras. Perché nell’allestimento a “teatrini” tematici creati da Fausto Ferri in omaggio a Fausto Melotti, l’altro protagonista sarà il “fashion” ispirato al “food”.
Una collection di pezzi frutto della sapiente ricerca di Sonia Veroni che portano a Modena le stampe di pere di un Valentino anni 70, l’abito effetto “pastry” di Blumarine, i tappi da bibita di Moschino, il cappello hamburger di Francesco Balestrazzi, il tacco a banana di Sergio Zambon, i sapori etnici di Stella Jean, la preziosa “clutch a vassoio” di Benedetta Bruzziches e la gioielleria artistica di Laura Cadelo Bertrand e Coliac di Martina Grasselli.
Non da meno una sorprendente “sparecchiatura” in ceramica policroma del duo artistico Bertozzi&Casoni. Spazio anche alla fotografia con i fotocollages di Franco Fontana e i suoi cibi modenesi ambientati a New York, l’eleganza di Edward Weston, il nuovo linguaggio fotografico di Nino Migliori. A celebrare il rito del banchetto, a fine percorso, la sontuosa tavola curata da Elisabetta Barbolini Ferrari apparecchiata secondo le regole del manuale di “Cucina Teorico Pratica” di Ipppolito Cavalcanti.
Un nobile desco che già parla dell’apertura europea dell’epoca, dove mode e idee circolavano da un paese all’altro. Così, sulla tovaglia dell’800, accanto ai tondi decorati dalla fabbrica Rubbiani di Sassuolo con lo stemma della nobile famiglia modenese dei Carandini, saranno poste le posate d’argento di bottega romana, i bicchieri in cristallo “Milano”, i candelabri francesi in bronzo dorato, e il trionfo del centro tavola concesso dal Museo Civico, dove si trova in deposito, di probabile manifattura sassolese realizzato per la comunità della cittadina di Correggio. Infine una sezione particolare è dedicata al progetto delle allieve dell’ istituto d’arte “A. Venturi” che hanno realizzato con la prof. Antonella Battilani due abiti interamente ispirati al tema food.
IL GUSTO DELLA CONTAMINAZIONE
Percorsi di stile nelle arti italiane
28 maggio – 19 luglio 2015
Chiesa di San Carlo - Modena
Giovedì e Venerdì 16.00-19.30
Sabato, Domenica e Festivi 10.00-13.00 e 16.00-19.30