"Segni sulle terre, confini di pianura tra Modena e Bologna" in mostra all'Archivio di Stato
Giovedì 30 aprile, alle ore 10, 30, presso l'Archivio di Stato di Modena in corso Cavour 21, si inaugura la mostra Segni sulle terre. Confini di pianura tra Modena e Bologna, parte degli eventi del ciclo Bizantini e longobardi, culture e territori in una secolare tradizione, realizzato a cura di Patrizia Cremonini, direttrice dell'Archivio di Stato di Modena. Partecipano Franco Cazzola, docente di storia moderna e di storia economica dell'Università di Bologna e a seguire il gruppo storico rievocativo Bandum Freae e Lina Velardi, voce narrante, che daranno vita a letture dalla Origo Gentis Langobardorum (fine secolo VII) e a rappresentazioni di scene di vita quotidiana longobarde, utilizzando copie di ceramiche da mensa rinvenute nella necropoli longobarda nei pressi di Modena, a Spilamberto, diverse tipologie di arma (spada, scramasax, longsax, ascia francisca e barbuta), e alcuni oggetti di ornamento personale. I figuranti, in abito longobardo, svolgeranno piccole attività di living history.
La mostra documentaria, a cura di Mauro Calzolari, Franco Cazzola, Patrizia Cremonini, Paola Foschi, Carlo Giovannini, Pierangelo Pancaldi, Michele Simoni, Alberto Tampellini e Annarosa Venturi, espone una serie di mappe dei secoli XV - XIX, provenienti dai fondi cartografici dell'Archivio di Stato di Modena, che illustrano l'evoluzione nel corso dei secoli della fascia territoriale segnata dal corso della Muzza e dall'omonima via Muzza, che oggi separano i Comuni modenesi di Nonantola e Ravarino, a Ovest, dalle municipalità bolognesi di Sant'Agata e Crevalcore a Est. Presso tale linea di confine storici e geomorfologici hanno individuato antichi corsi dello Scoltenna, l'antico Panaro.
Proprio lungo l'area d'interesse dello Scoltenna per un ampio periodo, tra i secoli VI e VIII, si fissò il confine tra il Regno Longobardo e l'Esarcato di Ravenna, quest'ultimo difeso ad ovest da un lungo cordone di fortezze poste tra Pavullo e Persiceto.
La mostra sarà aperta al pubblico, dal 30 aprile al 18 dicembre, con ingresso gratuito, visitabile il martedì dalle 15.30 alle 17.30; il mercoledì e il sabato dalle 10 alle 12.30. Apertura straordinaria venerdì 1 maggio, dalle ore 10 alle ore 18.
Bandum Freae - È una realtà associativa con lo scopo di promuovere attraverso ricostruzione storica e living history il periodo longobardo nell'antica Regio VIII Aemilia, più esattamente la prima fase, ovvero l'ingresso nella regione dei primi longobardi, che avvenne se non già ai tempi dello stesso Alboino, al più tardi nel decennio del cosiddetto 'interregno ducale', fra il 574 e il 584. L'area che verosimilmente venne occupata in questa fase è quella dell'Emilia occidentale (Parma, Piacenza, Reggio Emilia) fino al fiume Panaro, tra Modena e Bologna. A questa area, quella "circa fluvium Scultenna" (antico nome del fiume Panaro, e tuttora idronimo di un suo importante affluente) fanno riferimento l'Origo e lo stesso Paolo Diacono, ricordando l'omonima battaglia del 643 d.C. fra l'esercito di Rothari e l'Esarcato. Si tratta inoltre dell'area limitrofa alla necropoli di Ponte del Rio a Spilamberto (MO), collocata temporalmente alla fine del VI secolo, che noi idealmente prendiamo come punto di riferimento spazio-temporale per le nostre ricostruzioni Bandum Freae è composta per la maggior parte di giovani: studenti, artigiani ed appassionati di rievocazione storica che hanno trovato in questa realtà l'occasione per mettere a frutto passioni diverse, sfruttare costruttivamente un potenziale creativo, un amore per il narrare la storia, una grande attrattiva nei confronti di un periodo storico relativamente poco conosciuto e innegabilmente affascinante. Fra i progetti intrapresi, la pratica della fusione del bronzo e del vetro con l'ausilio di artigiani specializzati operanti nel settore della ricostruzione storica; lo studio degli usi e costumi, dalla nutrizione al tempo dei Longobardi emiliani, all'abbigliamento, allo studio delle armi da lancio. Un ambito di grande interesse che merita una menzione a sé è quello della didattica storica, che alcuni dei nostri membri stanno sviluppando in collaborazione col Liceo San Carlo di Modena. Lo scopo che ci si è prefissi è ideare e proporre percorsi d'interesse a cavallo fra storia, narrazione, letteratura, nell'ottica di un profondo interesse nei riguardi di quella cultura locale e di quella valorizzazione territoriale che restano gli elementi di interesse primario.