"Parlanno esmesurato", concerto alla Rocca di Vignola sulle note della violinista Silvia Tarozzi
Sabato 28 dicembre, alle ore 16:30, presso la Sala dei Contrari della Rocca di Vignola si svolgerà il secondo appuntamento di Spazi d’Ascolto, una rassegna musicale ideata da Silvia Tarozzi, a cura di Lucia Biolchini, sostenuta e promossa dalla Fondazione di Vignola. L'evento, intitolato "Parlanno esmesurato", vedrà esibirsi la violinista Silvia Tarozzi.
Parlanno esmesurato è il verso di una lauda di Jacopone da Todi (1236 circa) che il compositore canadese Martin Arnold (1959) ha messo in musica per la violinista Silvia Tarozzi. La lauda dice l’impossibilità di comunicare la gioia smisurata che l’amore mistico e appassionato di Dio infonde all’uomo e la pochezza del linguaggio umano di fronte a un tale sentimento. Martin Arnold ne ha fatto una canzone ‘impossibile’: troppo lunga (35 minuti), troppo frammentata, troppo sospesa per essere compresa come tale, e nello stesso tempo di una intima e diffusa bellezza.
Il programma completo del concerto prevede:
- György Kurtág, quattro episodi da Signs, Games and Messages (1987-1997)
- Martin Arnold, parlanno esmesurato (2019), per solo violino e voce
Spazi d’ascolto è una rassegna di tre incontri musicali dedicati al repertorio e alle sperimentazioni del nostro tempo che si inseriscono nel quadro della mostra Beata solitudo, di Alessandro Moreschini – in Rocca fino al 2 febbraio 2020 – e le fanno da contrappunto sonoro. La musica è per eccellenza l’arte che si ascolta ma le esperienze di numerosi compositori contemporanei, da John Cage alle giovani generazioni, sono proprio rivolte a un’esplorazione del fenomeno dell’ascolto, al suo ruolo attivo nella creazione artistica e alla sua capacità di veicolare un cambiamento nel rapporto agli spazi e alle persone.
Contemporaneamente, sempre in orario di apertura della Rocca, saranno visibili le nuove illuminazioni di SOGNO O SON DESTE, che fanno rivivere le emozionanti decorazioni quattrocentesche degli ingressi dell’antico maniero, ricomponendo i disegni e i colori di sei secoli fa. SOGNO O SON DESTE, inaugurato nel luglio 2018, è un progetto dedicato alla riscoperta, da tracce flebili, dei dipinti che abbellivano le facciate e gli spazi interni negli edifici notevoli del mondo estense. Quest’anno ricompone in luce i decori quattrocenteschi di ambito estense che interessavano le pareti interne del rivellino, del cassero e dell’ingresso coperto; opere fortificate costruite in sequenza nei primi anni del Quattrocento con funzione difensiva. Gli antichi decori accoglievano chi, dopo aver superato il ponte levatoio e l’arcigno filtro dei corpi di guardia, si avviava lungo il percorso d’accesso al cortile all’interno del maniero, cardine su cui ruotava la vita castellana.