“Sul Dialogo Anima e Corpo", Matteo Malaguti racconta gli antichi culti nonantolani
Sabato 30 Dicembre alle ore 15:45 presso la Sala Verde del Palazzo Abbaziale di Nonantola il Centro Studi Storici Nonantolani e l’Archivio Abbaziale di Nonantola organizzano l’ultima iniziativa dell’anno 2017, anno in cui ricorre il 30esimo anniversario della fondazione del Centro Studi da parte di Mons. Francesco Gavioli, storico ed archivista. Don Riccardo Fangarezzi, direttore dell’Archivio Abbaziale, Don Alberto Zironi, parroco di Nonantola e Redù e l’autore ing. Matteo Malaguti presenteranno il libro: “Sul Dialogo Anima e Corpo: il tema del dialogo anima e corpo nel poema “Soul and Body” in Old English e nel codice nonantolano Sessoriano 52, la vita di San Macario Alessandrino ed il suo culto a Redù di Nonantola”.
L’autore ha iniziato la sua ricerca quasi casualmente alcuni anni fa, quando in una libreria di Londra trovò un volume in lingua inglese del professor Douglas Moffat, che approfondiva lo studio linguistico e delle fonti di uno dei più celebri ed antichi poemi in lingua anglosassone (Old English): “Soul and Body”. Tra le quattro fonti principali di questo importante poema anglosassone era citata in uno specifico paragrafo la “The Nonantola Version”, e cioè veniva analizzata un sermone “ad fratres” dell’abate del deserto egiziano del III-IV secolo San Macario di Alessandria, contenuta nelle carte 193-194 recto e verso del codice medioevale del monastero benedettino di Nonantola datato nel secolo XI-XII e conosciuto come il codice Sessoriano 52.
L’autore ha esaminato il contenuto di queste pagine del codice nonantolano riprendendo la trascrizione fatta dallo storico e paleografo Theodor Batiouchkof. Vi è descritto il percorso dopo la morte di due anime, una dannata ed una beata, in conseguenza dell’opposta vita condotta e destinate quindi una all’Inferno e l’altra al Paradiso. Gli studiosi hanno valutato come significativo sotto l’aspetto religioso e letterario il dialogo-confronto tra le due anime ed i loro corpi. Infatti questi colloqui saranno ripresi quasi integralmente nel poema in Old English “Soul and Body”. Sotto l’aspetto religioso il sermone di Macario rappresenta una indicazione della definizione di contenuti di fede nei primi secoli del Cristianesimo.
Tra gli illustri monaci egiziani i Santi Antonio, Pacomio, Paolo, Palladio, emersero i “due Macari”, San Macario il Grande e San Macario di Alessandria, amici e confratelli contemporanei e per questo a volte confusi. La fama della fede di San Macario di Alessandria è evidenziata dall’autore con la riproduzione di alcuni “apoftegmi” o detti di San Macario di Alessandria, esempi di pedagogia cristiana raccolti dai suoi discepoli da cui emergono la sua capacità teologica e spirituale coniugata con l’austerità nella vita monacale. L’autore Matteo Malaguti descrive anche il culto di San Macario Alessandrino presso il monastero benedettino di Nonantola, oltre che dal codice Sessoriano 52 anche dalle preghiere comuni e dai canti dei benedettini, tenendo ben presente che nel medioevo, come indica l’Enciclopedia Treccani Dantesca, era conosciuto solo il Macario di Alessandria. Questi sono indizi inediti che rendono verosimile la presenza di Dante Alighieri (che cita infatti San Macario nel Canto XXII del Paradiso della Divina Commedia) presso lo studio e la biblioteca del monastero benedettino di Nonantola nel secolo XIII.
E’ pure esaminato quindi il culto di San Macario a Redù di Nonantola, celebrato ogni 2 Gennaio secondo il calendario liturgico Romano. Il libro termina con la riproduzione di 20 incisioni di San Macario Alessandrino dal 1500 al 1800 di alcune nazioni (Italia, Spagna, Francia, Germania) che testimoniano la diffusione nei secoli della venerazione di questo abate del deserto egiziano. L’autore le donerà all’Archivio Abbaziale di Nonantola.