Turandot, arriva a Modena lo spettacolo dell'Opera di Pechino direttamente dalla Cina
Turandot, che ha debuttato a Pechino nel dicembre 2018, prosegue la sua tournée al Teatro Storchi di Modena dal 23 al 27 gennaio: per queste date gode del riconoscimento del patrocinio dell’Ambasciata Cinese in Italia e si svolge nell’ambito dei festeggiamenti del Capodanno Cinese in Italia.
Lo spettacolo si terrà al Teatro Storchi il 23, il 24 e il 25 gennaio alle ore 21.00; il 26 gennaio alle ore 20.00 e il 27 gennaio alle ore 15.30. Il 26 alle ore 17.00 la Compagnia incontra il pubblico presso il Ridotto del Teatro Storchi, conduce Enrico Bollini.
Favola per antonomasia dell’esotismo orientale, ricca di colpi di scena, agnizioni e promesse ferali, Turandot è divenuta nel tempo (da Carlo Gozzi a Giacomo Puccini) l’emblema del nostro immaginario sulla Cina.
Ora, per la prima volta, il regista italiano Marco Plini si confronta con la tradizione dell’Opera di Pechino, rivisitando la favola del principe Calàf e dell’algida principessa cinese Turandot. «Il fascino dello spettacolo – afferma Marco Plini – è il fascino di una bellissima favola per bambini animata da imperatori, principi e principesse tutti molto rispettosi dei loro ruoli. È così che l’ho approcciata, nel rispetto di un teatro secolare che porta sul palcoscenico un’antropologia viva, con la soggezione del novizio invitato a partecipare a un rito antico e misterioso. Turandot nasce da questo rispetto, da questa curiosità e da questo mistero. Ho immaginato di portare il pubblico europeo a entrare in un sogno bellissimo e colorato che non possiamo capire fino in fondo, ma le cui immagini ci attraggono e risucchiano in un vortice di colori brillanti e suoni rumorosissimi, che man mano prendono senso, un senso profondo, atavico, che ci colpisce nel profondo ma a cui non riusciamo a dare un nome».
Lo spettacolo è un sottile gioco di specchi tra due mondi, entrambi eredi di civiltà antiche, sofisticate e misteriose a un tempo. Da un lato, la raffinata arte attoriale dell’Opera di Pechino e dall’altra lo sguardo prospettico e l’abilità di creare scene illusionistiche d’invenzione italiana, capacità divenute patrimonio del teatro europeo.
In scena, a fianco degli attori dell’Opera di Pechino, un ensemble di musicisti italiani e cinesi esegue le musiche originali composte da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Qiu Xiaobo. «Può sembrare una grande sfida – affermano Ceccarelli e Cipriani – scrivere una nuova musica per Turandot. In questo lavoro il nostro proposito è stato innanzitutto quello di confrontarci, come compositori, con una tradizione secolare come quella dell’opera di Pechino, con i suoi attori e musicisti, con il suo retaggio musicale. Questa musica ha variazioni ritmiche inaspettate in una relazione indissolubile con il movimento e con il fraseggio degli attori, e non c’è alcuna continuità con l’opera italiana. Ci siamo dunque posti di fronte a questo mondo così organico fra testo, teatro, movimento fisico e musica cinese, creando un secondo strato sonoro, parallelo ma completamente integrato, laddove l’espansione timbrica degli strumenti cinesi e di quelli occidentali ne coglie elementi comuni, come se gli uni avessero davvero bisogno degli altri per evolversi verso lidi nuovi».
I biglietti sono acquistabili presso la Biglietteria Teatro Storchi (orari di apertura: martedì, venerdì e sabato ore 10-13/16.30-19; mercoledì e giovedì ore 10-14); Biglietteria Telefonica al numero 059 2136021 oppure sul sito web del Teatro.