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Fiorano è il primo comune modenese ad aderire alla Carta dell'elettromobilità

Con una delibera della Giunta Comunale Fiorano Modenese sottoscrive la ‘Carta metropolitana sul’elettromobilità’

La Giunta Comunale di Fiorano Modenese ha dato mandato al Sindaco Francesco Tosi di sottoscrivere la ‘Carta Metropolitana sull’elettromobilità’, promossa dalle città italiane di Milano, Torino, Bologna, Varese e Firenze, insieme ad aziende del settore, perché il cambio di scenario offerto dall’industria, offre la possibilità di contare su modelli di veicoli sempre più efficienti e preformanti.

Una nuova prospettiva che non trova un altrettanto rapido mutamento in termini di rimozione delle barriere e di misure efficaci per accompagnare la diffusione della mobilità elettrica, in grado di migliorare la qualità dell'aria, abbattendo le emissioni inquinanti, le emissioni climalteranti, favorendo l'efficienza energetica, l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e riducendo le importazioni di combustibili fossili.

La Carta identifica cinque misure che renderebbero più facile la transizione dal modello di mobilità basato sui carburanti fossili a quello fondato sui motori elettrici: offrire al consumatore valide motivazioni per il cambiamento culturale;  accelerare lo sviluppo di una rete di ricarica accessibile; ampliare la possibilità di ricarica negli immobili residenziali e aziendali; dare un forte impulso allo sharing elettrico; stimolare l’introduzione di mezzi elettrici nei segmenti di mobilità con maggior efficacia e praticabilità, ad esempio, la logistica dell’ultimo miglio, ovvero la consegna delle merci dai mercati generali al commercio al dettaglio, il trasporto pubblico locale, le flotte aziendali e lo sviluppo del bike sharing con bici a pedalata assistita per integrare l’offerta di mobilità urbana.

Una elevata intensità di utilizzo dei mezzi – enuncia la Carta - si traduce nello stesso tempo in una elevata efficacia ambientale e in un più rapido raggiungimento del break-even economico per l’operatore, perché il maggior costo dei veicoli viene compensato dal basso costo di un esercizio intenso. Appaiono particolarmente promettenti:

• La logistica dell’ultimo miglio, in quanto si ritiene che l’elevata ambizione di raggiungere, entro il 2025, l’obiettivo di consegne all’utente finale a zero emissioni è realizzabile e che, inoltre, gli sviluppi sui veicoli a combustione interna non sono sufficienti a ridurre a zero le emissioni locali ed i livelli di rumore contrariamente a quanto accade per i motori elettrici. Si ritiene quindi che i soggetti firmatari della presente Carta, ognuno per il proprio ambito di competenza, rivestano un ruolo fondamentale per la diffusione dei veicoli elettrici:

a) Comuni, quello di stipulare un accordo uniforme sui privilegi/esenzioni per gli autocarri a zero emissioni;

b) Autorità Regionali, Nazionali ed Europee, quello di fornire sostegno finanziario per acquistare ed utilizzare furgoni e/o camion elettrici finché il mercato non avrà raggiunto il desiderato livello di maturità;

c) Produttori, quello di sviluppare e produrre furgoni e/o autocarri elettrici che siano in grado di soddisfare i requisiti per la logistica urbana e metropolitana.

• Le flotte di auto aziendali, anche per i veicoli dati in concessione d’uso ai dipendenti.

• L’introduzione di bus e minibus elettrici nel TPL, già fatta con successo in diverse città europee, nonché l’introduzione di taxi elettrici.

• L’introduzione di incentivi e graduali divieti nell’utilizzo di motori nautici endotermici.

• Prevedere lo sviluppo di un sistema di bike-sharing con bicicletta a pedalata assistita capace di integrare differenti sistemi di mobilità su ferro e su gomma. L’integrazione di mezzi deve essere funzionale sia alla mobilità urbana degli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro, sia allo sviluppo turistico e del tempo libero. Le ciclostazioni elettriche dovrebbero essere presenti in prossimità dei parcheggi intermodali, delle stazioni ferroviarie, metropolitane e degli autobus, nonché prossime ai siti di interesse turistico.

• L’adozione di misure regolatorie della circolazione che stimolino la graduale introduzione di

veicoli elettrici leggeri (ciclomotori, motocicli), a graduale sostituzioni delle versioni endotermiche che presentano spesso livelli di inquinamento non distanti da quelli di un’autovettura.

• Un esempio di buone pratiche non può infine prescindere dalla graduale introduzione di veicoli e mezzi elettrici nelle stesse flotte comunali, nelle società interne, controllate e partecipate dalla pubblica amministrazione e i gestori (concessionari) di servizi di pubblica utilità, come indicato nell’art.18 comma 10 del D.Lgs. del 16 dicembre 2016 n. 257. Inoltre, nelle gare di assegnazione dei servizi esternalizzati di comuni e loro partecipate, privilegiare i soggetti che propongono l’uso di veicoli elettrici a emissioni nulle e veicoli ibridi plug-in ad elevata autonomia in elettrico, anche in riferimento al Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n. 24 relativo alla valutazione economica delle emissioni. E’ inoltre necessario completare la riforma del codice della strada prevista dal D.Lgs. del 16 dicembre 2016 n. 257 che introduce il divieto di sosta nello spazio riservato alla fermata ed alla sosta dei veicoli elettrici in ricarica modificando il Regolamento attuativo prevedendo una segnaletica orizzontale e verticale che identifichi univocamente lo spazio riservato ai veicoli elettrici. In questo modo l’uso dello stallo viene normato e controllato efficacemente dagli organi preposti.

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