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Quattro grandi province, Bonaccini promette la riforma entro il 2017

Il Presidente Bonaccini forza la mano e spinge la riforma delle Province verso l'area vasta: “No a nuovo centralismo regionale”. L'obbiettivo è ottenere quattro grandi accorpamenti entro il 2017. Ma la priorità sono le nuove funzioni e gli esuberi di personale

Anche per le Province la scadenza è a fine gennaio. Entro il prossimo mese, infatti, il neopresidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dovrebbe decidere "quali funzioni assegnare alle nuove Province" e, nel frattempo, "interloquiremo con il Governo" perchè "le riforme in atto non vanno fermate, ma non dobbiamo fare nuovi disoccupati". Bonaccini risponde cosi' anche al sindacato di base Usb, che proprio questa mattina, in occasione della prima seduta dell'Assemblea legislativa, ha manifestato davanti alla sede della Regione proprio per denunciare la situazione dei 1.800 dipendenti provinciali in esubero per effetto della legge di Stabilità varata dal Governo Renzi.

Dal canto suo, Bonaccini promette dunque una soluzione entro fine gennaio almeno sul fronte delle funzioni da assegnare alle Province. E poi ribadisce la sua intenzione di puntare sul concetto di Area vasta. "Prima ancora di arrivare all'abolizione delle Province con la riforma costituzionale - spiega Bonaccini - io vorrei arrivare all'assegnazione delle funzioni per Area Vasta, perchè non vorrei che la cancellazione delle Province si trasformasse in un nuovo centralismo regionale".

I presidenti delle nuove Province, incontrati da Bonaccini prima di Natale, "sono d'accordo. Abbiamo l'ambizione - aggiunge il governatore - di suggerire al Governo come fare riforme anche autoprodotte". La linea guida enunciata dal neo Presidente riguarda l'accorpamento delle attuali nove province, fino ad ottenere quattro aree vaste. In questo disegno si unirebbero Parma e Piacenza, Modena e Reggio, Bologna e Ferrara e le tre province della Romagna.

Per il nostro territorio, come per gli altri, non si tratta certo di un annuncio nuovo. Già nel 2012 infatti gli eventi erano velocemente precipitati verso un riordino che non si concretizzò mai, con la polemica che rimase tuttavia ferma alla denominazione della nuova area vasta. Dall'effettiva abolizione della Provincia come istituzione eletta dai cittadini e con la rimodulazione delle competenze, il progetto che guarda a ovest verso le terre reggiane è tornato in auge, con Gian Carlo Muzzarelli che lo aveva rilanciato qualche settimana fa. Ora anche i nuovi vertici insediatisi in Regione propendono per un'accelerazione: il traguardo del 2017 è davvero realistico?

(DIRE)

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