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Anziani. A Modena un regolamento per le case famiglie

Accordo tra Organizzazioni Sindacali e Assessorato al Welfare sull’ipotesi di Regolamento che dovrà essere sottoposto al vaglio del Consiglio comunale

A Modena il funzionamento delle Case Famiglia avverrà in base a un Regolamento che andrà ad integrare le indicazioni normative regionali e nazionali. Nei giorni scorsi, dopo un lungo iter di valutazioni, l’assessorato al Welfare del Comune di Modena e le organizzazioni sindacali hanno condiviso il Regolamento che dovrà essere discusso in Commissione consiliare per giungere infine in Consiglio comunale per l’approvazione.

Le Case famiglia sono strutture private ad oggi non soggette ad alcun particolare forma di autorizzazione, se non quello di comunicare entro 60 giorni all’amministrazione comunale l’inizio dell’attività. L’obiettivo del “Regolamento per la vigilanza nelle case famiglia e gruppi appartamento per anziani e disabili adulti” sarà quindi tutelare gli anziani, i disabili adulti, le loro famiglie che vi sono ospitati e, al tempo stesso, disciplinare le modalità di esercizio dell’attività di vigilanza e controllo sull’operato e sulla qualità del servizio.

Le Case famiglia sono comunità di tipo familiare con funzioni di accoglienza a bassa intensità assistenziale, nate con la finalità di fornire una risposta ai crescenti bisogni di luoghi in grado di offrire assistenza ed ospitalità a persone anziane e disabili, facendosi carico della persona nella sua globalità. Possono accogliere fino ad un massimo di sei utenti anziani in condizione di lieve non autosufficienza, per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o permanentemente impossibile o contrastante con il progetto individuale.

Il nuovo regolamento, attraverso la definizione della Carta dei servizi, intende indicare la tipologia di utenti che la struttura può ospitare, per i quali dovrà essere predisposto un piano di assistenza individuale, e il tipo di servizi erogati. Saranno inoltre definiti i requisiti strutturali degli alloggi, tali da garantire sicurezza e comfort agli ospiti, e i requisiti organizzativi della struttura; l’attività di vigilanza e controllo in capo al Comune mediante il gruppo ispettivo locale sull'idoneità e il rispetto del  regolamento, così come le sanzioni che potranno anche prevedere la cessazione dell’attività in caso di violazione.

Infine, assessorato al Welfare e organizzazioni sindacali hanno anche ritenuto importante prevedere un percorso di tutela e fuoriuscita dalla casa dell’ospite quando perde i requisiti di autosufficienza, chiamando in causa, oltre ai servizi sociali e al gestore, i parenti e stabilendo tempi e modi per l’individuazione di una sistemazione più idonea senza interrompere l’assistenza durante il periodo transitorio.

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