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Rifiuti liguri nell'inceneritore di via Cavazza: "Modena è pronta"

L’assessore Guerzoni risponde all’interrogazione di Chincarini (Per me Modena): “Decide la Regione. Se tutti condividono responsabilità, allora Modena è pronta”

Modena, insieme a tutte le altre città che ospitano termovalorizzatori in Emilia Romagna, ha condiviso l’impostazione della Regione rispetto all’emergenza, causata dall’alluvione, per lo smaltimento di 18 mila tonnellate di rifiuti in tre mesi provenienti dalla Liguria, ma puntualizzando che “la solidarietà esiste se tutti la mettono in pratica, senza distinguo, senza strumentalizzazioni. Se la solidarietà è così, è di tutti, allora Modena è pronta a condividere con gli altri la responsabilità, in caso contrario cambia tutto”. Lo ha affermato l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giulio Guerzoni rispondendo oggi, giovedì 23 luglio, in Consiglio comunale all’interrogazione urgente, trasformata in interpellanza, presentata da Marco Chincarini (Per me Modena) che ha chiesto se sia ritenuta “emergenziale” la situazione dei rifiuti in Liguria, come sono stati coinvolti i Comuni e quale posizione assumerà Modena se l’impianto modenese fosse individuato per smaltire i rifiuti liguri.

La Regione ha incontrato i Comuni e le Province per la prima volta martedì 21 luglio, ha risposto Guerzoni, presentando una situazione ben diversa da quella apparsa sugli organi di informazione: i rifiuti da smaltire non sono 60-70 mila tonnellate, bensì 18 mila, e il periodo è di 90 giorni (200 tonnellate al giorno), non reiterabili. Insomma, le dimensioni sono limitate, la scadenza dell’impegno è certa e non verrà rinnovata la richiesta. “La decisione la prenderà la Regione – ha affermato Guerzoni – ma l’orientamento di tutti i territori è stato positivo perché, come ha detto il presidente Stefano Bonaccini nel corso dell’incontro, l’Emilia Romagna non è abituata a sbattere in faccia la porta a nessuno. Negli anni scorsi, per esempio, abbiamo aiutato la Lombardia, mentre l’Emilia Romagna è autosufficiente, non è mai andata in emergenza e oggi può contare su di un bacino regionale di gestione rifiuti che mette insieme i vecchi ambiti provinciali. La Liguria – ha aggiunto Guerzoni – indubbiamente ha dei problemi rispetto al proprio ciclo dei rifiuti e il suo interlocutore principale è il Piemonte: tra le due Regione il tavolo è aperto”.

Rispetto a una possibile collocazione dei rifiuti in Emilia Romagna, inoltre, Guerzoni si è limitato a una considerazione geografica: “Liguria, Piacenza e Parma condividono lo stesso gestore, Iren, e dal punto di vista tecnico è considerato preferibile evitare uno smaltimento molto lontano dal luogo dell’emergenza. Ma sarà la Regione, che conosce bene dove sono gli impianti, comunque – ha ribadito – a fare le valutazioni tecniche utili per una decisione da condividere con i territori, come ha ricordato nell’incontro lo stesso presidente Bonaccini. Nel nuovo Piano regionale dei rifiuti che si discuterà in autunno – ha aggiunto l’assessore Guerzoni – dovrà essere messo nero su bianco, però, il senso dell’accordo stretto con le multiutility rispetto i limiti di accoglienza dei rifiuti fuori regione, che l’assessore Gazzolo ha dichiarato di voler rafforzare”.

Luca Fantoni del M5s ha ricordato che “la Liguria è sotto al 40 per cento di raccolta differenziata. È giusto il principio di solidarietà e sostegno – ha affermato – ma bisogna ricordare quello che viene fatto fuori dall’Emilia Romagna: ci sono regioni che devono fare passi maggiori rispetto a quanto fatto finora”.

Per Simona Arletti del Pd “una soluzione va trovata visto che questi rifiuti sono legati a una situazione di emergenza, che è l’alluvione. Ritengo però che i territori debbano organizzarsi a livello regionale per arrivare all’autosufficienza, partendo dalla consapevolezza del monte rifiuti che producono e attrezzandosi per smaltirli nel modo meno dannoso”.

Nella replica, anche il consigliere Chincarini ha sottolineato che “la solidarietà è opportuna perché giustificata da situazioni di emergenza, ma non bisogna perdere di vista quello che è l’obiettivo che ci siamo posti come Regione e cioè andare verso lo spegnimento dei termovalorizzatori. Situazioni come queste – ha concluso – devono quindi rimanere casi sporadici”.

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