Case e terreni allagati, la piena del Secchia fa infuriare gli agricoltori

"Ora davvero basta, non è più il tempo di parlare, ma serve agire e farlo in fretta". La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi lancia l'allarme dopo la piena del Secchia, e se la prende con la politica, responsabile a suo dire di "un'assenza di manutenzione che oggi sta presentando un conto salato a tutto un territorio". 

Dati alla mano, afferma Bergamaschi, "abbiamo vissuto uno degli inverni più siccitosi degli ultimi decenni, ma dall'1 gennaio abbiamo già fronteggiato quattro piene del fiume Secchia". In passato, tira dritto la presidente modenese di Confagricoltura, "non si era mai verificata una situazione simile, e le case vicine agli argini non sono mai state cosi' a rischio. Questa è la conseguenza di 30 anni di mancato dragaggio del fiume".

Bergamaschi tiene poi a precisare che il suo "non è il lamento di una contadina isolata, ma la denuncia di uno stato di cose legato alla sicurezza, all'economia e all'occupazione, che non puo' piu' essere accettato". Due importanti gruppi industriali "come Cnh e Maserati Corse - osserva- sono stati costretti ad interrompere la produzione per l'allerta meteo: non possiamo rischiare di perdere aziende per l'incapacità di garantire la sicurezza". 

Per risolvere il problema, secondo Bergamaschi, bisogna intervenire sul nodo idraulico, "dragando il fiume, abbassando il letto interno e facendo una manutenzione continua: in questi anni le politiche sul Secchia sono state inefficaci, e ora è necessario aumentare la casse di espansione a Campogalliano e progettarne anche per il Naviglio". Il nodo idraulico, conclude, "oggi mette in allerta i cittadini dell'area nord, ma domani potrebbe coinvolgere quelli del centro di Modena. Non vogliamo piu' convivere con la paura, nè tornare a vivere nelle palafitte". 

(DIRE)