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Coronavirus. L'Assemblea Regionale boccia l'idea della commissione d'inchiesta

Le richieste arrivavano da Fratelli d'Italia e Gibertoni (Misto), ma hanno incontrato il parere contrario della maggioranza e anche il centrodestra si è diviso, con il mancato sostegno di Lega e Forza Italia alla proposta degli alleati

Respinte le richieste di istituire due Commissioni d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza coronavirus. La prima, presentata da Giulia Gibertoni del gruppo Misto, voleva portare l'attenzione sulla diffusione del contagio nelle residenze sanitarie. L'altra, presentata da Marco Lisei, Giancarlo Tagliaferri e Michele Barcaiuolo di Fdi, intendeva accendere i riflettori sulla gestione dell'emergenza. Entrambe hanno trovato il voto contrario di Pd, ERCoraggiosa, lista Bonaccini ed Europa verde, l'astensione di Lega, Fi e lista Borgonzoni e il voto favorevole di Fdi, M5s e Misto. Approvato, invece, l'ordine del giorno presentato da Silvia Piccinini (M5s) che chiede un focus in commissione Salute sulle criticità emerse nelle strutture sanitarie residenziali per anziani per mettere mano alla normativa e migliorarla.

L'intento della commissione d'inchiesta proposta da Giulia Gibertoni (Misto) era quello di fare luce sulla diffusione del coronavirus e sul tragico numero di decessi nelle strutture sanitarie e nelle case di riposo emiliano-romagnole. "Hanno influito anni di tagli alla sanità, smantellata pezzetto a pezzetto, e la sottovalutazione del problema da parte delle istituzioni politiche, soprattutto per quanto riguarda il territorio di Piacenza", ha sottolineato la consigliera. "Regione e politica non hanno saputo valutare le dimensioni del fenomeno e rispondere in maniera tempestiva. La bocciatura della richiesta di una Commissione d'inchiesta è un'occasione mancata di trasparenza volta a non commettere in futuro gli stessi errori".

Contrario all'istituzione della commissione d'inchiesta il Partito democratico: "È giusto migliorare il sistema sanitario e socio-assistenziale per renderlo più resiliente alla gestione di epidemie- ha sottolineato Luca Sabattini- ma siamo in piena emergenza e il confronto nelle commissioni assembleari permanenti è appena ricominciato. Non ci sottrarremo alla discussione a emergenza finita, ma una commissione d'inchiesta non è lo strumento giusto".

Per la Lega, che si è astenuta, è indispensabile fare chiarezza, ma dopo e non durante l'emergenza: "Ci sono molti punti da chiarire- ha sottolineato Matteo Rancan- su tamponi, test sierologici, gestione del personale nelle case di riposo, zone rosse. Ma ora il sistema sanitario è ancora troppo sotto stress". Sulla stessa linea anche Valentina Castaldini di Forza Italia, per la quale "la voce dei cittadini va ascoltata, ma ora dobbiamo pensare all'emergenza", e Marco Mastacchi (lista Borgonzoni), che invita a tornare sul tema più avanti. Favorevole, invece, alla commissione d'inchiesta Michele Barcaiuolo (Fratelli d'Italia): "Serve un luogo per andare a fondo e fare luce sulla gestione dell'epidemia, tanto che anche noi abbiamo presentato una nostra richiesta". Ha votato sì alla proposta anche Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle), a cui non piace però l'idea di voler trovare a tutti i costi responsabilità e colpevoli: "È un tema serio da affrontare nel rispetto delle vittime e senza speculazioni politiche. Il mio ordine del giorno chiede di tornare a parlarne in commissione Sanità per migliorare la normativa di riferimento, perché criticità ce ne sono state".

Bocciata anche la richiesta di una commissione d’inchiesta avanzata dai consiglieri di Fratelli d’Italia Marco Lisei, Giancarlo Tagliaferri e Michele Barcaiuolo, proposta per fare luce sulla gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Una bocciatura che lascia deluso Lisei, che rimarca come “nella scorsa seduta d’Aula Bonaccini si fosse reso disponibile a fare chiarezza, ma poi entrambe le commissioni d’inchiesta vengono bocciate. Non vogliamo puntare il dito contro alcuno- ha rimarcato il consigliere di Fdi- ma questa è una delle regioni che vanta tristi primati quanto a contagi e decessi nelle Rsa e anche i tamponi annunciati non sono stati fatti nei tempi e nei modi promessi. Queste commissioni d’inchiesta sarebbero potute servire anche a migliorare le prestazioni sanitarie”. E, da parte sua, anche Tagliaferri critica la gestione dell’emergenza, sottolineando come “sia evidente che il sistema sanitario non abbia funzionato. È nostro compito capirne i motivi e fornire risposte credibili. Possiamo provare a capire gli errori, se solo la maggioranza sarà disposta a collaborare. Con questa Fase 2- ha aggiunto Tagliaferri- sono state aperte pochissime attività. Il governo sembra non capire l’emergenza economica e la Regione non è da meno”.

Le prime repliche della maggioranza arrivano da Igor Taruffi (Emilia-Romagna coraggiosa): “Le commissioni d’inchiesta dell’Assemblea non hanno potere inquirente, ma sono di approfondimento. Nel corso della precedente legislatura sono state istituite sui casi della Val d’Enza, ma erano un’eccezione. E, al netto di questa eccezione, noi abbiamo tutti gli strumenti per fare chiarezza e per fare il nostro lavoro, dalle commissioni assembleari ordinarie all’Aula. La richiesta di una commissione d’inchiesta è solo strumentale”. E anche secondo Silvia Zamboni di Europa verde “non è la commissione d’inchiesta il luogo adatto in cui discutere. La sede opportuna per fare approfondimenti è quella istituzionale, in cui si dovrà parlare della riorganizzazione sanitaria e dare risposte”. Barcaiuolo, però, fa notare come "la richiesta di una commissione d'inchiesta sia stata avanzata in Lombardia, proprio dal Pd che qui in Emilia-Romagna dove governa non la vuole".

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