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Politica Castelfranco Emilia

Bocciata la proposta di referendum, procede l'iter per la moschea di Castelfranco

I Garanti hanno respinto la richiesta del comitato “Liberi di scegliere”, perchè la variante per l'edificio di culto contiene al suo interno espropri che non possono essere oggetto di consultazione. La Lega: “Muore la democrazia partecipativa”

Il referendum sulla moschea di Castelfrnaco non si farà. Per ora. Il Comitato dei Garanti ha infatti rispedito al mittente la richiesta che era stata avanzata dal comitato “Liberi di scegliere” guidato da Modesto Amicucci, con il quale si chiedeva un referendum sulla Variante urbanistica che l'Ammiistrazione ha predisposto per consentire, fra le varie cose, la realizzazione dell'edificio di culto in zona Venturina.

E' lo stesso comitato di Castelfranco a rendere note le decisioni dei Garanti: “I garanti ci hanno notificato che non poteva essere ammesso perché la quinta variante al Poc prevede anche vincoli espropriativi che non possono formare oggetto di referendum e noi sicuramente faremo ricorso perché i garanti hanno commesso diversi errori”. I referendari lamentano di non essere stati convocati per un colloquio e che non sia stata fornita la possibilità di cambiare i quesiti, stralciando le parti riferite agli espropri.

Ma c'è anche una questione politica che il comitato solleva: “Senza voler tornare a parlare dell'arroganza con cui il Pd ha voluto nominare il dottor Stracuzzi quale componente del Comitato dei garanti, che era stato candidato  sindaco alle  ultime elezioni comunali a Roccalumera, ed era stato segretario generale del comune di Castelfranco Emilia. Come poteva essere imparziale?”, si domanda ancora Amicucci.

Al comitato fa eco anche la Lega Nord di Castelfranco Emilia: “Ciò che più inorridisce è la modalità con cui è stato bocciato il referendum: un vero e proprio atto d'imperio assunto senza neppure l'obbligatorio confronto con i proponenti – attacca Cristina Girotti Zirotti - Ma quale significato e quale importanza ha per i Garanti la democrazia partecipativa? E' la dimostrazione palese, triste e amara di come chi doveva garantire l'istituto della partecipazione referendaria invece non ha voluto farlo. Così facendo hanno sancito la "morte" della partecipazione democratica alla vita pubblica”.

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