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Pd Modena, debutta Bortolamasi “Più lavoro nel partito e del partito”

Andrea Bortolamasi, modenese, 32 anni, laurea in Economia e specializzazione in Storia contemporanea, è il nuovo segretario dell’Unione comunale di Modena del Pd: "Tornare a essere protagonista, in positivo, del dibattito pubblico cittadino"

“Un soggetto aperto, che non sia solo l’erede rinnovato di una serie di straordinarie esperienze politiche del passato. Un partito di frontiera, che non ha paura di esplorare territori nuovi, spazi diversi dai tradizionali. Un partito che si muove secondo due linee di intervento: la capacità di fare sintesi e l’azione politica”: è questo il nuovo volto del Partito democratico modenese così come disegnato dalle Linee programmatiche presentate da Andrea Bortolamasi all’Assemblea comunale del Pd. Un partito capace di tenere insieme il meglio del passato (“un sistema valoriale non negoziabile”) e declinarlo secondo le esigenze e gli indubbi problemi del presente.

“Rispetto al passato - ha detto Bortolamasi – dobbiamo continuare a rappresentare la complessità della società, fare cioè sintesi, sapendo che questo costa fatica e richiede struttura, anche se in modo diverso dal passato, e più lavoro nel partito e del partito”. Serve un partito strutturato, quindi, ma con forme nuove di inclusione: “Noi crediamo nei Circoli e nella partecipazione di base – ha confermato Bortolamasi – e ne andiamo orgogliosi, anche nell’era della politica dei media e della società liquida”. Circoli rafforzati nel loro ruolo, quindi, ma aperti a chi nei quartieri ha bisogno di spazi, un modo per lasciarsi contaminare e, nel contempo, tornare ad essere interlocutore di quella parte della città, magari disillusa, ma che ha ancora voglia di partecipare.

“Anche in tema di partecipazione – ha proseguito Bortolamasi – proviamo ad avere il coraggio di sperimentare nuove forme, senza buttare le esperienze passate. Le Feste sono uno strumento, forse il migliore che abbiamo, usiamole al meglio senza paura di sperimentare attività diverse”. E allora ecco le Feste a tema, quelle che si propongono come momento di aggregazione di una comunità, ma anche nuovi strumenti come le “piazze on line”, i social network e i nuovi media. Accanto a questo, però, anche il recupero della tradizione della formazione rivolta a iscritti, militanti e amministratori: “Pensiamo a una scuola itinerante – ha rilanciato Bortolamasi – senza una sede unica, riattivando i luoghi della politica, che tocchi temi diversi, in grado di stimolare il dibattito e il confronto”.

Con i Giovani democratici a fare da “corpo intermedio” tra il Pd e le nuove generazioni, le più difficili da raggiungere per un partito. Fondamentale, infine, lo snodo della forte collaborazione tra Partito e Amministrazione. “Il sistema è binario – ha spiegato Bortolamasi – e senza una doppia polarità non può funzionare”. Al partito, quindi, un triplice ruolo: quello dell’ascolto, quello dell’incubatore di proposte e idee e quello di formazione della classe dirigente del futuro. Con un interscambio continuo tra i due poli: “Ad un anno dalle elezioni amministrative – ha concluso Bortolamasi – dopo una ridefinizione, dolorosa, degli spazi e delle sedi del partito, facciamo sì che ogni consigliere comunale, ogni consigliere di quartiere, partecipi sempre più al dibattito nei Circoli, ne segua la vita e il lavoro: strutturiamo un programma di presenze e ascolto dei cittadini dei consiglieri eletti, presso i Circoli, ma anche in contesti informali”. Insomma un partito più snello, ma rafforzato, capace di ascoltare la comunità, le cui istanze vuole continuare a rappresentare anche in tempi di disaffezione verso la politica.

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