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Revisori, Broglia attende al varco l'Amministrazione modenese

L'ex assessore della giunta Vignali tranquillizza sulla propria posizione e dichiara di essere uscito "pulito" dalle inchieste della magistratura parmigiana. Ora si attende la voce del Prefetto

A Gianluca Broglia non resta che aspettare. Il suo sorteggio come revisore dei conti del Comune di Modena ha scatenato il parapiglia per la sua passata esperienza a Parma nelle fila del Popolo della Libertà e per le inchieste che travolsero l'amministrazione ducale nel 2011. "Rivalermi sul Comune di Modena nel caso il mio nome non venga accettato nonostante il sorteggio? Non ho alcuna intenzione di fare causa o cose del genere, questa è proprio l'unica cosa che mi sento di escludere. Vediamo ora come si sviluppa la questione", dice Broglia parlando alla 'Dire'.

Ricostruisce l'ex assessore di Vignali, che pure, fa capire, preferirebbe apparire il meno possibile in questi giorni: "Il Comune di Modena mi ha chiesto la disponibilità all'incarico e io ho accettato, consapevole delle nuove regole e del ruolo della prefettura. Resto in attesa. L'inchiesta 'Public money'? Io non sono mai stato indagato, e anche per la vicenda dell'ospedale Vecchio - rimarca il commercialista parmigiano - la mia posizione è stata presto archiviata...". Sullo stop 'politico' di Muzzarelli ieri in Consiglio, Broglia preferisce commentare poco, ma a suo modo incalza: "Sia Modena ora a decidere se vuole avvalersi o meno di un professionista di esperienza...". Il messaggio è chiaro, insomma.

Certo, l'amministrazione della Ghirlandina al momento atti formali non ne ha licenziati, ma un eventuale "no" del Consiglio quando la delibera tornerà in aula (la si attende alla seduta del 19 marzo) potrebbe aprire la strada a scenari di emergenza. Mentre il prefetto Michele Di Bari continua le sue verifiche, la vicenda sta comunque diffondendo un certo imbarazzo a palazzo: le nuove norme sui revisori sono all'esordio, si ragiona tra gli uffici, ma già si stanno mostrando controverse. 

Se ad esempio l'intento era quello di allontanare la longa manus della politica sulle nomine (prima due dei tre revisori erano indicati dalla maggioranza, l'altro spettava alle minoranze) alla prima prove dei fatti l'impianto risulta da rivedere. (DIRE)

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