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Politica Caduti in Guerra / Corso Canalgrande, 77

Mobilitazione dei magistrati, l'Anm sospende le udienze e chiede “rinforzi”

L'ufficio Intercettazioni gestito da un autista e da un forestale è la fotografia più emblematica della carenza di organico con la quale deve fare i conti la magistratura modenese. Oggi la protesta delle toghe in Tribunale

La giustizia modenese vive ormai in costante affanno affanno, come noto, per motivi legati alla carenza di personale della Procura. La magistratura nostrana ha più volte ribadito la necessità di rintuzzare i numeri dei magistrati e del personale amministrativo, per poter garantire il pieno svolgimento di tutte le mansioni. E oggi si è presentata una nuova occasione, con la mobilitazione promossa dall'Associazione Nazionale Magistrati, che alle ore 12 ha indetto contemporaneamente in tutta Italia una simbolica sospensione delle udienze.

Anche presso il Tribunale di Modena i lavori si sono fermati – era in corso un processo per bancarotta fraudolenta – per lasciare spazio all'intervento della dottoressa Lucia Musti, Procuratore aggiunto che guida la sottosezione modenese dell'Anm, che ha illustrato le rivendicazioni delle toghe.

Critiche al Governo Renzi, definito “irrispettoso e irriguardoso” nei toni utilizzati per descrivere il lavoro dei magistrati, accusati di scarsa produttività. Critiche anche alle paventate riforme della giustizia che per i magistrati contengono interventi “inutili e di facciata”, per nulla risolutivi per lo snellimento della burocrazia giudiziaria.

Ma rimanendo alle sentite difficoltà locali, la dottoressa Musti ha ribadito nuovamente che la carenza di personale è ed è destinata a rimanere il tallone d'Achille: organici sottostimati che risentono di concorsi pubblici assenti dal lontano 1996 e di una revisione della pianta organica che non ha portato benefici concreti. Mancherebbe approssimativamente il 9% di personale per garantire una copertura “standard”, senza dover perciò ricorrere allo stesso dirigente per due uffici (Procura e Tribunale) e a tre soli dirigenti apicali. Il personale ha un'età media per il 66% superiore ai 51 anni di età, con difficoltà legate allo svolgimento di alcune mansioni o all'aggiornamento costante in materia di nuove tecnologie. Decisamente emblematica è poi la situazione dell'ufficio per le intercettazioni, che a Modena viene gestito da un autista e da un forestale. Può sembrare una barzelletta, ma è proprio così.

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