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Politica Carpi / Piazza Martiri

Salvini in piazza a Carpi tra selfie e contestazioni: "Ci prepariamo a liberare la regione"

Il leader della Lega acclamato dai suoi supporters in piazza Martiri, dove ha fatto tappa il tour elettorale per sostenere Lucia Borgonzoni alle elezioni del 26 gennaio. Striscione e "Bella ciao" durante il comizio

Questa mattina il centro storico di Carpi è stato meta di un comizio-lampo di Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni, che proseguono il loro tour pre.elettorale in vista del voto regionale del prossimo 26 gennaio. Per il leader leghista un altro bagno di folla, con alcune centinaia di persone intervenute in piazza Martiri e  all'imbocco di corso Alberto Pio, dove Salvini ha parlato per una ventina di minuti al megafono, seguito poi dalla Borgonzoni.

Salvini ha attraversato la piazza dove è in corso la fiera del cioccolato, concedendosi come di consueto a numerosissimi selfie con i suoi sostenitori. C'è stato anche il tempo di un effimero incontro con Bruno Pompeo, ex consigliere Pd che nei giorni scorsi ha realizzato e promosso una sciarpa rossa a sostegno di Bonaccini e con lo slogan "Carpi non si lega".

Dopo i saluti il leader del Carroccio ha toccato alcuni temi di attualità, come quello legato al dibattito post Commissione Segre: "Sono fuori di testa quelli che negano l'Olocausto e minacciano gli ebrei, sono fuori di testa quelli che negano i crimini di Stalin e Lenin". Sullo sfondo si ode qualche contestazione, "siete stati sconfitti dalla storia prima che dagli elettori", dice Salvini rivolto ai contestatori.

"Il 26 gennaio ci sarà la seconda caduta del muro di Berlino", aggiunge il segretario della Lega sempre ricolto ai contestatori, "regaliamo loro un po' di sorrisi e della cioccolata buona".

Sugli striscioni dei contestatori  - un centinaio di persone della galassia della sinistra locale de degli antagonisti - si legge "non confondiamo la merda con il cioccolato" e "giù le mani dalla nostra Regione". Dalla folla pro Salvini si levano grida di "zecca, sei una zecca di merda" e "buffoni, buffoni". La tensione è stata palpabile, ma solo verbale.

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