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Soprintenzenza immobile, i comuni terremotati scrivono al Ministero

Nel cratere emiliano procede la ricostruzione privata, ma le opere pubbliche sono ancora al palo. I Comuni lamentano i ritardi della Soprintendenza nell'attivare le pratiche, frutto di uffici spopolati di personale

Ad ormai quattro anni dal terremoto del maggio 2012, prende sempre più forma il vasto lavoro di ricostruzione e di sostegno alla popolazione. Importanti sono i numeri legati al ripristino delle abitazioni e dei luoghi di lavoro. Allo stesso tempo si stanno riducendo drasticamente i numeri delle famiglie che ancora hanno bisogno di assistenza, così come sono in diminuzione i Map ed i contributi di sostegno all'affitto ed al disagio abitativo.

Purtroppo però, rimane un grosso problema: il ritardo nella ricostruzione delle opere pubbliche che devono essere vagliate dalla Soprintendenza. Ciò sta avvenendo perché il personale di questo ente è ormai ai minimi termini, una presenza minore anche rispetto al periodo precedente al terremoto. Inoltre, in quattro anni, abbiamo visto cambiare tre responsabili della Soprintendenza. Da mesi la Regione, i comuni interessati ed i soggetti privati hanno chiesto al Ministero dei Beni Culturali un aumento del personale in una fase straordinaria, in modo che possano essere visionati ed autorizzati i tantissimi progetti da mesi bloccati in Soprintendenza e che sono indispensabili per il recupero di monumenti, chiese, teatri, municipi, ville e centri storici.

“Chiediamo a gran voce che al più presto, e comunque entro maggio (a quattro anni dal sisma), il Ministero risponda alle nostre richieste e fornisca personale adeguato in numero e competenze per procedere immediatamente alla valutazione dei progetti”, si legge nella nota dei comuni modenesi dell'Area Nord.

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