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Ausl, critiche per i 200mila euro ai preti in servizio in ospedale

Torna a far discutere il caso degli stipendi versati dall'Azienda sanitaria alla Curia di Modena per la cura spirituale nelle strutture ospedaliere. Il consigliere regionale leghista Mauro Manfredini: “Quei soldi vadano agli infermieri”

Stipendi per circa 200mila euro all’anno, più i contributi.  É quanto ogni anno l’Ausl garantisce all’arcidiocesi di Modena-Nonantola per i compensi agli assistenti spirituali, ovvero quei sacerdoti, 11 nel complesso, che prestano servizio nelle strutture ospedaliere modenesi. Il caso è stato sollevato nei giorni scorsi dal quotidiano modenese Il Resto del Carlino e ha suscitato grande dibattito sull'opportunità economica di proseguire in questo tipo di finanziamento, frutto di una convenzione del 1994.

Secondo la legge regionale n.12 del 1989 è addirittura prevista la possibilità di inserire i sacerdoti nella pianta organica Ausl, inquadrandoli al settimo livello, per uno stipendio lordo annuale di 31.275 euro per 36 ore di assistenza spirituale settimanale e la metà per il part time. Il tema è stato ripreso anche dalla politica, attraverso un'interrogazione del Consigliere regionale Mauro Manfredini, capogruppo della Lega Nord. Più che di un'interrogazione, il documento di Manfredini è un vero e proprio atto critico, che chiede di “stralciare le convenzioni e di devolvere quei fondi all’assunzione di nuovi infermieri”. “L’assistenza spirituale è sicuramente importante – spiega il consigliere modenese – ma non può diventare un lavoro, per definizione deve essere volontaria e gratuita. Da noi, grazie a Dio (sic), non c’è la legge islamica, e la cosa pubblica è altro dalla religione”. 

Una posizione chiara e tutto sommato prevedibile, all'indomani dell'uscita della notizia sulla stampa. “Siamo in tempi di crisi e spending review - aggiunge il consigliere leghista - tutti stanno facendo sacrifici, a partire dai pazienti, alle prese con: tagli dei reparti e lunghi spostamenti. E’ impensabile mantenere un esercito di assistenti spirituali. Prioritario - rimarca Manfredini - è garantire il livello di assistenza ai malati, oggi minacciato dai tagli, salvaguardare la qualità dei servizi e la tutela di pazienti e personale in corsia, oggi in molti casi provato da insostenibili carichi di lavoro”.

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