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Immigrazione, a Modena il nuovo centro permanente per i rimpatri

Dal Viminale la conferma di quanto si attendeva da mesi: la struttura del vecchio CIE di via Lamarmora riaprirà i battenti per gestire i clandestini di tutta la regione. Una scelta che scontenta quasi tutte le forze politiche

Sembrava l'unica soluzione praticabile e così è stato. Il Ministero dell’Interno ha comunicato ieri la lista dei nuovi CPR, l'acronimo che sta a indicare i Centri permanenti di rimpatrio, le strutture che sostituiscono quelli che per anni sono stati noti con il nome di CIE. In questa lista compare il nome di Modena, individuata come punto di riferimento per la gestione degli stranieri irregolari dell'intera regione.

Come previsto nel decreto Minniti, dunque, la vecchia struttura di via Lamarmora, proprio accanto al carcere di Sant'Anna, ritornerà in funzione, con l'obbiettivo di ospitare un massimo di 150 persone destinate ad essere rimpatriate.

Dopo la fine ingloriosa del CIE di Modea – tra degrado, stipendi non retribuiti e processi penali – Modena dovrà quindi fare i conti con un nuovo gravoso impegno. Gravoso soprattutto per le forze dell'ordine che saranno incaricate di gestire gli stranieri, sul cui impiego ancora non si conoscono i termini.

Ma la scelta di Modena come sede regionale non mancherà di riaccendere contrasti politici, soprattutto in seno alla maggioranza di centrosinistra, tra le cui fila la scelta del Viminale di riaprire i centri non è mai stata ben digerita. Forze di sinistra e parte del Partito Democratico si sono sempre dette contrarie e gli stessi rappresentanti dem negli enti locali non hanno mai nascosto la preoccupazione, memori del disastro degli scorsi anni.

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