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Donazioni di sangue, il riassetto regionale mette in crisi Modena

La Conferenza Socio Sanitaria della Provincia chiede un incontro alla Regione, preoccupata dalle ricadute territoriali del nuovo piano per la gestione e la lavorazione del sangue. Preoccupazione anche per il personale

Sindaci preoccupati nel modenese per l'accentramento della gestione del sangue a Bologna previsto dalla Regione. "Sul nuovo Piano sangue chiediamo alla Regione un incontro per verificare le ricadute in termini di risorse e servizi sul territorio modenese, sul futuro delle attività del Centro trasfusionale del Policlinico e i rapporti con il volontariato".

Questa richiesta arriva dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria, riunitasi ieri nella sede della Provincia. Sulle proposte della Regione di concentrare a Bologna parte delle attività svolte dal Centro trasfusionale del Policlinico, già criticate in questi mesi da operatori e volontari nel territorio, Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Conferenza, sindaco e presidente della Provincia, sta raccogliendo le sollecitazioni di diversi colleghi.

Per Muzzarelli occorre chiarire presto quali saranno "le prospettive di un servizio d'eccellenza come quello della donazione e della lavorazione del sangue, il futuro delle professionalità del Centro del Policlinico e della la rete del volontariato". Tutti concetti che condivide anche Alberto Bellelli, sindaco di Carpi e copresidente della Conferenza sanitaria.

Nel corso dell'incontro di ieri, Giovanni Ceccherelli, responsabile del servizio Trasfusionale del Policlinico, ha anche fornito alcuni dati sul servizio. Nel 2014, nel territorio modenese l'Avis provinciale ha raccolto 53.417 unità di sangue, pari a quasi il 21% della raccolta regionale, provenienti da oltre 28.000 donatori. La generosità dei donatori modenesi produce un'eccedenza rispetto al fabbisogno locale "che viene messa a disposizione del territorio regionale", ricordano i sindaci.

Il servizio costa oltre otto milioni di euro, suddivisi in quattro milioni e 600.000 euro per i costi delle sacche oltre ai rimborsi all'Avis per l'attività di raccolta, e tre milioni e 600.000 euro per le spese degli esami e dell'attività di separazione del sangue.

(DIRE)

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