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Nutrie, anche nel 2017 abbattuti 10mila esemplari lungo Secchia e Panaro

Proseguono i piani di controllo della fauna, con la sigla di un nuovo accordo con i cacciatori. Muzzarelli: "Argini tutelati"

L'attività di controllo contro la proliferazione della nutria, gestita dal 2015 sulla base di un accordo tra diversi enti, coordinato dalla Provincia, in questi ultimi due anni ha fornito risultati positivi: nel 2017 gli abbattimenti supereranno quota dieci mila, come nel 2016, in linea con l'attività svolta in passato dalla Provincia che ha consentito in sei anni di abbattere oltre 60 mila esemplari. Sulla base di questi risultati, la Provincia ha prolungato la validità dell'accordo fino al 2020 con un provvedimento approvato all'unanimità, mercoledì 15 novembre, dal Consiglio provinciale di Modena. 

«Abbiamo assunto con responsabilità questo ruolo di coordinamento - ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, presidente Provincia di Modena - per supportare i Comuni, dopo che la competenza sui piani di controllo è passata dalla Provincia ai Comuni stessi che però non hanno gli strumenti e le risorse necessarie per affrontare singolarmente la proliferazione di una specie che mette a rischio i nostri argini. L'impiego dei cacciatori abilitati, con il coordinamento della Polizia provinciale,  funziona e rappresenta un modello anche per altre realtà».

La convenzione coinvolge 12 Comuni della pianura modenese, l'Unione dei Comuni dell'Area nord, i Consorzi di bonifica Burana e dell'Emilia centrale, le associazioni agricole, l'Aipo e gli Atc Mo1 e Mo2. Per le attività di controllo sono impiegati oltre 500 cacciatori abilitati degli Atc che, con il coordinamento della Polizia provinciale, intervengono sulla base dei piani indicati dai Comuni, in base ai metodi dell'attività venatoria e con l'impiego di trappole. E nei periodi di apertura della caccia anche i cacciatori possono partecipare all'attività. 

«Questa convenzione - ha affermato Fabio Leonelli, comandate della Polizia provinciale - consente di intensificare gli abbattimenti, tenendo conto che anche l'Ispra ha indicato l'obiettivo dell'eradicazione della specie. Anche nel 2018 abbiamo una previsione di oltre 10 mila abbattimenti». Il costo complessivo delle operazioni, a sostegno delle spese di gestione e dell'attività di monitoraggio e controllo, è di quasi 90 mila euro, suddivisi tra tutti gli enti, in base alla popolazione e al numero degli abbattimenti passati. Sempre contro le tane degli animali sugli argini, la Provincia ha avviato nel 2015 un piano per la cattura di istrici e tassi e il trasferimento in altre aree, in quanto specie non cacciabili e protette. 

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