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Lavori socialmente utili, un profugo su cinque sceglie le attività di volontariato

Un tavolo tecnico coordina le iniziative cui possono partecipare i richiedenti asilo, ma solo 200 vi hanno preso parte nell'ultimo semestre. Nei prossimi giorni saranno coinvolti anche nella pulizia della zona ex Macello

Nel secondo semestre del 2016 a Modena sono stati quasi 200 i rifugiati coinvolti in attività di volontariato per la città presso associazioni sportive, cura del verde e del territorio e volontariato sociale, su un totale di poco meno di 1.000 che alloggiano in città. Lo ha detto l’assessora al Welfare Giuliana Urbelli rispondendo nel Consiglio comunale di giovedì 26 ottobre all’interrogazione di Adolfo Morandi (FI).

Giuliana Urbelli ha spiegato che per mettere a sistema le attività di volontariato, l’assessorato ha promosso, assieme alla Prefettura, un tavolo tecnico per costruire progetti strutturati individuando azioni che possano essere utili per la città. Ha quindi ricordato lo schema di accordo approvato dalla Giunta regionale nel 2015 per proporre strumenti di attuazione omogenei al fine di promuovere attività di volontariato e di fatto anticipato dal Comune di Modena, tra i primi a promuovere con Prefettura, Associazione Servizi per il volontariato, Forum provinciale Terzo Settore un “Protocollo d'intesa per la realizzazione di percorsi di accesso al volontariato rivolti a persone inserite nei programmi governativi di accoglienza per richiedenti protezione internazionale” che a marzo di quest’anno è stato allargato all’intera Provincia. Mentre è di febbraio 2017 l’Accordo, firmato dal Comune di Modena, teso a implementare le attività di volontariato anche attraverso strumenti omogenei per la definizione degli impegni delle parti, ovvero con specifici “patti di volontariato” sottoscritti dai richiedenti asilo.

“Non è facile coordinare queste attività – ha osservato l’assessora - anche perché formazione, alfabetizzazione, socializzazione rientrano negli obblighi che i diversi soggetti gestori hanno in base ai contratti stipulati con le Prefetture, tuttavia riteniamo che l'implementazione di questi Protocolli rappresenti una priorità per il processo di inclusione sociale di lungo periodo”.

In particolare il tavolo tecnico costituito a maggio, esercita le funzioni di coordinamento operativo delle attività, come previsto dal Protocollo della Prefettura: coordina l'attività di sensibilizzazione; cura i rapporti con le organizzazioni interessate ad attivare progetti di volontariato, con i soggetti gestori di progetti e di erventi di accoglienza; garantisce un colloquio motivazionale e l’orientamento a chi è interessato ad aderire al progetto; garantisce il raccordo con chi presta volontariato e i soggetti disponibili ad accoglierlo e il monitoraggio sull'andamento di ogni progetto.

L’assessore ha infine sottolineato l’impegno promosso attraverso l’Accordo di rete tra scuole secondarie, Comune e CPIA (che garantisce i corsi di italiano L2, di scuola media, il modulo di base sulla sicurezza negli ambienti di lavoro) per realizzare percorsi di istruzione e di formazione professionale e l’impegno sulle attività di orientamento in accordo con Servizi sociali, Comunità di accoglienza e famiglie WelcHome per i minori che abbiano compiuto 16 anni.

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