L’emergenza gas di questi giorni si è trasformata nell’ennesima piattaforma di lancio pubblicitario per il Deposito Gas di Rivara. Per la Ers e i suoi noti sponsor politici quale occasione migliore per ribadire la presenta utilità strategica per il tanto contestato impianto di rigassificazione? Eppure dovrebbe suonare strano che per ridurre la dipendenza da gas si ricorra allo stoccaggio del gas medesimo.

Se dall’ On Giovanardi non arrivano idee più brillanti proviamo a suggerirne alcune che andiamo proponendo da tempo. Per prima cosa migliorare l’efficienza energetica degli edifici: secondo Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club "Con una politica decennale che preveda un taglio annuo dei consumi energetici dell'1,5% nel settore civile – dichiara l'ingegnere - si potrebbe arrivare, tra 10 anni, a risparmiare circa 8 miliardi di metri cubi di gas all'anno, pari a oltre il 10% del consumo nazionale complessivo e, soprattutto, equivalenti alla produzione interna annua di gas"(fonte https://www.ecodallecittà.it.).

Una soluzione che se adottata darebbe lavoro stabile e qualificato a migliaia di persone, riducendo la quantità di gas da importare e una bolletta meno salata. Non servono grandi impianti ma edifici studiati per dare il massimo confort con la minima richiesta energetica: realtà tangibili e neanche troppo lontane da noi come Casa Gennaio a Sant’anna Pelago sul nostro appennino. Mentre assistiamo ad un inutile spreco di tempo e danaro per decidere se perforare o meno il fondo della Lumachina, la tecnologia va avanti e i progressi nel settore del geotermico, del solare termico e delle pompe di calore collegate ad impianti fotovoltaici hanno fatto enormi progressi.

Ridurre la dipendenza da gas significa consumarne meno: un’azione che dipende in gran parte dai nostri comportamenti e dalle nostre scelte politiche ed economiche. Prima di parlare della necessità di nuovi impianti proviamo a tagliare gli sprechi e a ben guardare ce sono tanti: nei supermercati, nelle scuole, nei pubblici uffici e nelle case dei privati. Quello che serve sono rimedi strutturali per sostituire le fonti esauribili di gas e non un buco nel sottosuolo che tra qualche decennio resterà vuoto.