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Dimissioni e resa dei conti nella segreteria Pd. Fava: "Tempo della responsabilità, non dei tatticismi”

La modense Pini lascia la segreteria regionale, Fava replica: "Occorre ricostruzione di un progetto politico piuttosto che perdersi in tatticismi, riposizionamenti, guerriglie di bande e colpi di coda"

“Leggo sulle agenzie della decisione presa dall’on. Pini di dimettersi dall’incarico di vice-segretario regionale del Pd, volendo con questo gesto, più che assumersi una qualche responsabilità, attaccare il segretario regionale Paolo Calvano e, immagino, anche il segretario provinciale Davide Fava. Concordo con l’on. Pini che l’assunzione di responsabilità del segretario Renzi sia stata opportuna, faccio fatica a cogliere la logica per cui il voto nazionale possa determinare l’inadeguatezza del segretario regionale Paolo Calvano. So quanto Paolo si sia impegnato e abbia combattuto per far sì che le candidature in Emilia-Romagna non rappresentassero un arroccamento del Pd attorno ad alcuni nomi, ma potessero essere il segnale di un’apertura ai territori".

Questa la posizione del segretario del Pd di Modena Davide Fava di fronte allo scompiglio che si sta creando nella dirigenza regionale del partito. La modenese Giuditta Pini, rieletta in Parlamento aveva così giustificato le proprie dimissioni: "Sono stata vicesegretaria regionale per due anni. Mi assumo le responsabilità che mi competono da dirigente e rassegno le mie dimissioni dalla segreteria, ovviamente non dal partito. Rimango a totale e completa disposizione dei circoli e dei militanti, continuerò il mio impegno con ancora piu' forza di prima". Il Pd, sottolinea Pini, "deve essere ricostruito dalle sue fondamenta, abbiamo bisogno di discutere, parlare e confrontarci, dobbiamo farlo con franchezza partendo per primi da noi". 

Davide Fava, anche in riguardo al proprio incarico personale, spiega: "Per quanto mi riguarda io ricopro l’incarico di segretario provinciale da qualche mese, periodo durante il quale sono sempre stato disponibile ad assumermi le mie responsabilità, che, in questo caso, significano rimanere sulla barca, anche quando ondeggia, e tenere fermo il timone. Più in generale, ritengo auspicabile che la classe dirigente del Pd, oggi, si impegni con forza, coraggio e coerenza nella ricostruzione di un progetto politico, piuttosto che perdersi in tatticismi, riposizionamenti, guerriglie di bande e colpi di coda. Dopo una grave sconfitta, serve responsabilità e senso politico: non cinismo, non spregiudicatezza, né, tantomeno, isteria”. 

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