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Elezioni 2018 | Liberi e Uguali. Trande: "Qualità del lavoro grazie ad investimenti pubblici"

Liberi e Uguali è la forza alternativa al PD che sottolinea il concetto stesso della "sinistra" come metodo per aumentare la crescita e il lavoro di qualità

Prosegue lo spazio dedicato ai partiti e ai movimenti che troverete sulla scheda il 4 Marzo per le elezioni 2018. L'intervista di oggi è dedicata a Paolo Trande, candidato per Liberi e Uguali al Senato, nel collegio uninominale di Modena.

Per Liberi e Uguali è il primo appuntamento con le elezioni politiche nazionali, perché questa esperienza di sinistra avrà più successo dei precedenti simboli dell'area?

Non so a quali esperienze fa riferimento, so che il nostro progetto è saldamente ancorato nell’Italia e nell’Europa di oggi. Noi non facciamo storytelling, non raccontiamo frottoleo edulcoriamo la realtà. Sulla analisi dell’Italia di oggi abbiamo costruito una proposta. Il Paese cresce poco, non genera lavoro di qualità, i poveri crescono e il welfare regredisce, insomma è più disuguale e ingiusto: noi facciamo proposte per farlo crescere di più in maniera sostenibile e per renderlo più uguale. Gli elettori della sinistra e del centrosinistra coglieranno la serietà e la “radicalità di governo” delle nostre proposte.

L'offerta politica di sinistra in queste elezioni è ampia. Perché un elettore di sinistra dovrebbe scegliere Liberi e Uguali rispetto a quelli più estremi come Potere al Popolo e Sinistra Rivoluzionaria, o rispetto alla coalizione di centro-sinistra?

Con tutto il rispetto per tutti ma non mi pare si possano paragonare le proposte velleitarie di queste sinistre con la cultura della sinistra di governo degli Errani, dei Bersani etc. Noi siamo la sinistra democratica e progressista che fa proposte sostenibili su crescita, lavoro, scuola, università e ricerca, ambiente e legalità praticabili. In particolare sulla legalità noi non proponiamo di abolire il 41bis, il carcere duro per i mafiosi. Siamo per rafforzarlo.

Come primo punto del programma avete messo l'istruzione, che comprende la progressiva gratuità dell'università. Non credete che una diffusione esagerata dei titoli di studio, tenderanno a ridurre l'importanza di tali titoli?

In Europa, l’Italia è il paese con il minor numero di laureati eccetto la Romania. Negli ultimi 10 anni abbiamo perso il 20% di immatricolati, per lo più figli delle classi meno abbienti e della classe media. Se il nostro Paese vuole competere sulla innovazione e sulla qualità delle produzioni, e non sul costo del lavoro abbassando i salari e togliendo diritti al lavoro, ha bisogno di laureati. Tanti di più. Ecco perché proponiamo l’abolizione delle tasse universitarie per i meritevoli, fondi per il diritto allo studio e l’abolizione del numero chiuso.  L’istruzione per noi deve divenire come il Sistema Sanitario: pubblica e universale.

Per la questione lavoro, proponete di aumentare e stabilizzare le assunzioni nel Pubblico. Come coprirete tali costi?

No, noi per generare maggiore crescita e lavoro di qualità proponiamo investimenti pubblici (con la golden rule, da scorporare dal calcolo del deficit) che attivano investimenti privati (il moltiplicatore noto da decenni è 2,8, ogni euro pubblico attiva 2,8 privati). Il personale della PA, dice la Corte dei Conti, è in calo da anni ed è più vecchia (cresciuta di 4 anni in 10, oggi è sopra i 50 anni), mentre sono aumentati precari della PA. La Ragioneria dello Stato dice che abbiamo il 71% della Germania, il 65% degli inglesi e il 60% dei francesi. Va fatto un piano straordinario di stabilizzazione dei precari e di assunzioni o altrimenti avremo una PA sempre meno efficiente e competitiva. Scarsa efficienza della PA insieme alla corruzione e alla lentezza della giustizia sono ragioni importanti di bassa competitività del sistema paese. In un paese che crescerà come la media UE, 2.5% e non l’attuale 1.4%, le risorse per coprire il turn-over ci saranno.

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