Gli elettori sono stati molto chiari, stavolta più del solito. È scattato l'ultimo avvertimento: o i partiti che sostengono il governo Monti iniziano a fare seriamente ciò che la drammatica situazione del Paese impone, oppure è meglio l'antipolitica, ovvero sfasciare tutto e ricominciare. Ridurre drasticamente la spesa pubblica, ridurre il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, accorpare e poi eliminare le province, dimezzare il numero dei comuni, ridimensionare il peso della macchina pubblica nella gestione dei servizi, eliminare sprechi e privilegi: adesso o mai più! Solo iniziando da subito, domattina, tutte queste azioni sarà possibile ridurre il debito pubblico e gli interessi relativi e, subito dopo, le tasse, le imposte e i contributi su famiglie e imprese, affinché possano riprendere fiato e non cadere nel dramma della rassegnazione e della disperazione. Tali urgenti azioni, inoltre, riscatterebbero la classe politica e darebbero credibilità al Paese sui mercati finanziari, creando una nuova spirale di ottimismo, necessaria a dare fiducia e slancio a tutti gli operatori economici e sociali. Altrimenti i cittadini preferiscono azzerare tutto e ripartire, con il concreto rischio che insieme all'acqua sporca si buttino via anche l'euro, la nostra capacità e potenzialità produttiva e, quindi, anche il nostro stato sociale e la qualità della vita costruita con grandi sacrifici negli ultimi decenni. Alfano e Bersani, insieme ai loro amministratori locali, rompano gli indugi, e da domattina si metta nelle condizioni il Governo Monti di operare rapidamente in questa direzione, senza se e senza ma. L'alternativa gli elettori l'hanno indicata oggi con chiarezza: basta dunque con i tatticismi, non c'è più spazio per le rendite di posizione particolari e corporative, occorre agire con determinazione perché l'unico, e ultimo, fortino da presidiare e rilanciare è l'Italia.