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L'espulsione a scuola? Ora si sconta con il volontariato

Sì del Consiglio comunale, giovedì 31 marzo, a odg per un protocollo che preveda attività socialmente utili per gli studenti delle superiori puniti con la sospensione

Prevedere la possibilità di svolgere attività socialmente utili in associazioni di volontariato come alternativa alla misura disciplinare della sospensione per gli studenti delle scuole superiori modenesi ed eventualmente anche per quelli di terza media. È quanto chiede l’ordine del giorno del Pd presentato in Consiglio comunale giovedì 31 marzo dalla consigliera Grazia Baracchi e approvato con il voto favorevole di Pd, Sel, Fas-Sinistra italiana, Per me Modena, Movimento 5 stelle; quello contrario di Forza Italia e l’astensione di Idea-Popolari liberali.

Il documento, evidenziando in premessa il fenomeno crescente del bullismo in seguito al quale è “sempre più necessario attivare percorsi di recupero per condurre i ragazzi a prendere coscienza dei comportamenti antisociali messi in atto, rafforzare il senso di responsabilità e ripristinare rapporti corretti all’interno della comunità”, chiede di definire un protocollo tra il Comune di Modena, l’Ufficio Scolastico regionale per la Provincia di Modena e il Centro servizi di volontariato per “determinare in modo chiaro e strutturato la possibilità di inserire in percorsi educativi e formativi gli studenti delle scuole superiori, ed eventualmente gli alunni di terza media, sanzionati con una sospensione dalle lezioni, facendo loro svolgere attività socialmente utili in associazioni di volontariato”. Obiettivo del protocollo è costruire una rete di collaborazione tra la scuola e il mondo del volontariato che “favorisca un reale e concreto confronto con i valori della solidarietà e l’assunzione di stili di comportamento positivo, contribuendo alla formazione di una coscienza responsabile e offra un ventaglio di opportunità per favorire la crescita di questi giovani”. Il percorso educativo dovrebbe inoltre essere programmato e condiviso con gli studenti, le famiglie, le altre componenti scolastiche e le istituzioni del territorio.

Aprendo il dibattito per il Pd, Vincenzo Walter Stella ha affermato che, in un ambiente educativo come è la scuola, “la semplice sanzione disciplinare è meno efficace del coinvolgimento in attività socialmente utili che aiutino i ragazzi a crescere e a sviluppare una coscienza”. Chiara Susanna Pacchioni, ricordando come il fenomeno del bullismo sia in aumento anche a Modena, ha sottolineato che si è sperimentato come “accanto alle pene, necessarie e previste, gli interventi più efficaci siano quelli che rinforzano la vittima e le fanno sapere che non è sola, e le misure prese in modo integrato da diverse istituzioni” concludendo che “è necessario che le iniziative degli istituti non siano volontaristiche ma un obiettivo prioritario e comune”. Caterina Liotti ha messo l’accento sul coinvolgimento dei genitori, non solo nella definizione del protocollo ma “rispetto ai singoli ragazzi. Credo – ha detto la consigliera – che un obiettivo che ci possiamo dare è che il protocollo sia uno strumento a servizio delle famiglie e che percorsi formalizzati, che diano un senso alla sospensione dei loro figli, aiutino i genitori nel progetto educativo”. E Grazia Baracchi ha affermato che il protocollo si propone “non come un obbligo ma come un’opportunità per le scuole. Un sostegno, anche dal punto di vista burocratico, perché avere strumenti che garantiscono un percorso può essere un aiuto nell’adozione di strumenti educativi alternativi alla pura sanzione disciplinare”.

Per il M5s Luca Fantoni “il protocollo, attraverso le attività di volontariato, può servire anche per legare al territorio questi ragazzi che in qualche modo devono essere puniti”. Inoltre secondo il consigliere sarebbe opportuno “prevedere che le attività di volontariato si possano svolgere all’interno delle stesse scuole, in modo che i ragazzi si rendano conto che stanno facendo qualcosa di positivo a favore di quelli che hanno danneggiato”.

Domenico Campana di Per me Modena ha invece richiamato l’attenzione sui rischi che si corrono “quando si va a normare temi come questo: bisogna stare attenti a non cadere nell’eccesso di regole. Strumenti normativi ci sono già ma le scuole sono pigre nell’inventare strumenti alternativi alle sospensioni, che sono poi una forma di glorificazione per i ragazzi. Nello scrivere il protocollo sarebbe meglio dare molti suggerimenti e fare attenzione alle strade costrittive”.

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