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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Fabio Rossi, consigliere e dirigente Pd, apre a Modena Attiva

L'ortodossia che apre all'eresia: un dirigente Pd che apre ai dissidenti democratici di Modena Attiva in materia di urbanistica e si interroga sulle politiche abitative. Il post scritto dal consigliere comunale pubblicato sul suo blog è destinato a far discutere

Sulla questione dell’urbanistica locale si è detto e scritto tanto in questo periodo. Questo significa che il tema sta a cuore ai modenesi, che la città vuole poter dire la propria. Esiste un’opinione pubblica che legge giornali, ascolta radio, si confronta. E’ una voce che esprime anzitutto interesse e attenzione per la propria città, per i luoghi in cui vive, cresce, lavora.

Modena Attiva in parte intercetta questi umori, comitati e gruppi di cittadini fanno altrettanto su aspetti più puntuali e circoscritti. Sono tutte voci che debbono essere ascoltate e con le quali occorre cercare di trovare sintesi e punti di convergenza, anche facendo qualche passo indietro.

I partiti debbono saper accogliere e ascoltare queste voci, perché sono le voci dei tanti elettori che ci delegano al governo ed alla buona amministrazione del nostro territorio, che ha bisogno di sviluppo, di crescita, ma anche di attenzione forte proprio in ragione del fatto che non abbiamo a disposizione risorse illimitate.

Parlo di uso del territorio, inteso come buon uso, non come bandiera ideologica. Sfatiamo il pregiudizio che il termine “sostenibilità ambientale” equivalga ad una sorta di immobilismo, di ingessatura dei processi di crescita, che significhi non voler pensare ad una città proiettata nel futuro. Anche una parte del centrosinistra fatica ad uscire da questa congettura legata a schemi vecchi 30 anni, occorre avere il coraggio di scommettere invece su nuovi modelli di sviluppo.

Non sono l’unico del mio gruppo consigliare a pensarla così, con la consapevolezza delle difficili condizioni economiche e del delicato momento che attraversa la nostra società, ma questo non può impedirci di pensare in grande, di avere coraggio. Ce lo insegnano i nostri anziani, che coltivavano la terra rotando le colture di anno in anno, rendendo quel campo fertile e sempre rinnovato. Con successioni preordinate, progettate perché possano restituire raccolti fruttuosi. “Amministrare” un campo ci insegna che il territorio su cui viviamo “ci è dato”, non si appartiene.

Un esempio? Il Comune ha concesso a Tetrapak l’ampliamento dei propri stabili per far nascere una nuova unità adibita alla R&S. Un intervento che ho sostenuto proprio perché contiene in sé quegli elementi che caratterizzano un’idea di sviluppo e crescita (anche in termini occupazionali) connessa fortemente alla sostenibilità ambientale, al corretto uso del territorio, alla qualità del costruito.

Ben venga allora un sereno confronto che possa far scorgere anche nuove strade, nuovi schemi di sviluppo.
Il bisogno abitativo a Modena è un dato di fatto, così come lo è che tanti sono gli appartamenti sfitti, nonostante politiche abitative che negli ultimi decenni hanno “iniettato” migliaia di alloggi in edilizia convenzionata dando casa ad oltre 13.000 famiglie.

E’ ancora valido questo modello? Lo sarà per i prossimi 10, 20 o 30 anni? Possiamo prescindere da aspetti come l’efficientamento energetico, il recupero degli spazi abitativi e urbani, la mobilità e i servizi che la crescita abitativa comporta? E’ sufficiente trasformare aree per attrezzature generali in edificabili? Non sono domande retoriche, sono interrogativi che meritano approfondimenti e analisi, perché è sulle risposte che daremo che tracceremo i contorni della nostra città di domani, della città che daremo in mano ai nostri figli.

Lo sforzo deve essere quello di includere questi aspetti in un grande e coraggioso progetto che disegni e tratteggi la Modena del 2030. una città europea ed emiliana di cui saremo fieri ed orgogliosi.

Fabio Rossi

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