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Decreto emergenze, il Governo pone la fiducia e si accende la polemica

Il testo del Dl 43, che contiene anche le misure per l'Emilia terremotata è stato blindato dall'Esecutivo. Domani il voto alla Camera, ma si riaccende lo scontro fra i deputati locali di Movimento 5 stelle e Partito Democratico

Dopo il via libera del Senato, la Camera dei Deputati dovrà votare il Decreto legge 43, che contiene (anche) tutte le misure per le emergenze ambientali che hanno funestato il Paese negli ultimi tempi. Ma la vera notizia è che il Governo Letta ha deciso di porre la fiducia, la prima da quando è in carica, per “congelare” il provvedimento, che riguarda molto da vicino i modenesi e gli altri emiliani terremotati, alimentando le polemiche dei giorni scorsi.

La scelta della questione di fiducia ha scatenato immediatamente la reazione del Movimento 5 Stelle, soprattutto attraverso le dichiarazioni dei parlamentari emiliani Michele Dell’orco e Vittorio Ferraresi, impegnati in uno “sforzo emendativo” che le forze di maggioranza hanno tacciato di ostruzionismo. “La verità – spiegano i grillini - è che il Governo Letta-Berlusconi ha usato tutti gli strumenti a sua disposizione per fomentare lo scontro parlamentare con l’unico obiettivo di porre la fiducia e mandare avanti il testo così come arrivato dal Senato. Inutile prenderci in giro il vero obiettivo di questo decreto è infatti quello di portare avanti i grandi interessi come quelli della TAV e del Terzo Valico e il modo migliore per farli passare era nasconderli all’interno di un decreto emergenze, agitando parole come disastro ambientale o terremoto”.

“Si è messa subito in atto la macchina del fango, diffondendo sui media la versione che l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle avrebbe bloccato gli aiuti ai terremotati. Questo è assolutamente falso, anche dall’intervento di Franceschini in Aula, è chiaro sarebbe stato possibile approvare il decreto – concludono i grillini – anche apportandovi almeno alcune della modifiche da noi richieste, che prevedevano ad esempio l’istituzione del reddito minimo per i disoccupati o la trasformazione del contributo in indennizzo in modo che sia lo Stato a garantire per le banche e non i terremotati stessi, o ancora, quelli che chiedevano di destinare i fondi per l’acquisto di velivoli da guerra F35 alle imprese delle zone terremotate attraverso l’istituzione di un fondo di microcredito o delle zone franche urbane”.

Sul fronte Pd, pronta la replica dei deputati modenesi Davide Baruffi, Carlo Galli, Manuela Ghizzoni, Giuditta Pini e Edoardo Patriarca , che accusano il M5S di essere “sordo alle proposte” e sottolinea la necessità di procedere in fretta a favore dei terremotati. “I tentativi per venire incontro alle richieste delle opposizioni sono stati fatti e sono stati più d’uno. Il tempo però, come ha rimarcato il ministro Franceschini, era ormai talmente risicato che, se si fosse continuato con questa melina, si sarebbe messa seriamente a rischio la conversione stessa del decreto”, spiegano i democratici giustificando la questione di fiducia.

“Si sono conseguiti risultati importanti – proseguono i deputati Pd – che il tentativo di ostruzionismo del Movimento 5 Stelle ha messo seriamente a rischio. Se non passa la conversione del decreto, facciamo notare, tutte le imprese e i cittadini dovranno pagare immediatamente tasse, bollette e contributi e vengono bloccati cantieri e progetti perché i Comuni non hanno le risorse e il personale necessario al disbrigo delle pratiche”.

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