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Andrea Galli (Pdl): "Donna in burqa in pieno centro storico"

"L'avvistamento" sarebbe stato fatto ieri in piazza Roma. Sollecitato da numerosi cittadini presenti, il consigliere comunale ha allertato le Forze dell'Ordine che però non hanno fatto in tempo a identificare la persona

Andrea Galli, consigliere comunale del Pdl a Modena, in un'interrogazione alla giunta fa presente di aver visto ieri una donna indossare il burqa in centro città, e chiede se il Comune abbia in programma di emettere un'ordinanza per vietare l'utilizzo di un indumento "simbolo di ingiustificata sottomissione e segregazione delle donne secondo gli usi di alcune minoranze musulmane". Galli afferma nel documento di aver notato la donna "completamente coperta dal burqa" stazionare a lungo in piazza Roma. "Sollecitato da uno dei numerosi cittadini transitati in piazza - precisa Galli - ho provveduto ad avvisare le forze dell'ordine che, intervenute per identificare la persona travisata, sono sopraggiunte quando la persona si era allontanata da pochi minuti come possono testimoniare alcuni negozianti presenti". Galli fa presente che "pur esistendo la sentenza 3.076 del Consiglio di Stato del 19 giugno 2008, VI sez., che tutela la possibilità di segni di riconoscimento dell'identità religiosa, esiste anche una Legge per la Tutela dell'Ordine Pubblico che vieta travisamenti atti a nascondere o a rendere difficoltoso il riconoscimento della propria identità. L'uso del burqa non è assolutamente previsto dal Corano - sostiene il consigliere Pdl - diversamente da altri abbigliamenti, come il velo o il njiab e che, pertanto, tale strumento è simbolo delle tradizioni più retrive che devono essere ostacolate in tutti i modi, se vogliamo che una vera integrazione sia possibile". Galli ricorda che "in diversi Paesi europei, come ad esempio la Francia e il Belgio, il burqa è vietato e numerosi progetti di legge di divieto all'uso del burqa sono stati presentati al Parlamento Europeo ed Italiano". L'esponente Pdl chiede anche all'amministrazione comunale se "intenda davvero promuovere l' integrazione con le minoranze religiose presenti nella nostra realtà attraverso la reciproca comprensione che prevede, anche, il rispetto della donna e non la sua umiliazione, la sua segregazione, la sua ridicolizzazione".

(ANSA)

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