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Gas Rivara, il consiglio provinciale esorta il Governo a chiudere definitivamente

L'assemblea di viale Martiri prende nuovamente posizione in merito all'eterna querelle dello stoccaggio gas di San Felice. Pdl spaccato come non mai: in dissenso dalla linea favorevole all'odg, Ghelfi vota in modo contrario, Rinaldi si astiene e Sighinolfi abbandona l'aula

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Sollecitare il Governo ad assumere una decisione che metta fine definitivamente al progetto di stoccaggio di gas di Rivara anche attraverso un’iniziativa da realizzare insieme ai parlamentari eletti a Modena. È questa la proposta contenuta nell’ordine del giorno sul deposito gas di Rivara sottoscritto da tutti i gruppi consiliari e approvato dal Consiglio provinciale nella seduta di mercoledì 27 marzo. Il documento è stato approvato da tutti i gruppi (Pd, Pdl, Lega nord, Udc, gruppo Misto). Dissenzienti rispetto alla linea del loro gruppo i consiglieri del Pdl Luca Ghelfi, che ha espresso voto contrario all’ordine del giorno, Bruno Rinaldi che si è astenuto e Mauro Sighinolfi che ha abbandonato l'aula.

Motivando il suo voto, il consigliere Ghelfi ha affermato di non condividere decisioni che «mescolano aspetti scientifici, legislativi e politici. Gli organi competenti per la valutazione, quale la commissione di Via, hanno dato parere positivo e a questo mi attengo. Poi la politica può del tutto legittimamente dire di no, ma è una scelta politica di cui essere responsabili. I due piani non devono essere mischiati». Anche Bruno Rinaldi ha sostenuto di non poter accettare «un’impostazione ideologica della questione. In ambito scientifico una certezza assoluta non esiste mai e quindi non la si può chiedere». Nel presentare l’ordine del giorno, Ivano Mantovani (Pd) ha sottolineato la «continuità nella decisione del Consiglio provinciale, coerente fin dall’inizio della vicenda nel confermare la posizione contraria alla realizzazione del deposito». Mantovani si è poi augurato che la questione arrivi al più presto sul tavolo del Governo e ha annunciato che i parlamentari modenesi hanno già presentato un’interpellanza sul tema.

Aprendo il dibattito Lorenzo Biagi (Lega nord) ha espresso la necessità di continuare a controllare attentamente l’evolversi della situazione anche perché, ha spiegato, «la pronuncia di compatibilità positiva del progetto viene tuttora mantenuta in essere dal ministero dell’Ambiente che ha inserito l’interferenza del progetto di stoccaggio sotterraneo e il tracciato della Cispadana tra i motivi per concedere la proroga al procedimento di Via per l’autostrada». «Il gas è una risorsa – ha osservato Luca Gozzoli (Pd) – ma fino a che punto sono necessari impianti così invasivi? Fino a che punto si può accettare l’ostinazione della Independent nel costringere un territorio ad accettare questo progetto? È ora di venire al dunque: c’è stato un sisma che ha spaccato la terra, se anche il deposito tecnicamente si potesse fare non si può minare la serenità di quelle popolazioni». Le istituzioni, ha aggiunto Dante Mazzi (Pdl) si sono mosse «sempre in modo scrupoloso, senza rifiuti a priori ma con un no al progetto basato su approfondimenti tecnici. La stessa correttezza non c’è stata invece da parte dell’impresa che non ha mai risposto adeguatamente a rilievi e prescrizioni. La questione avrebbe dovuto chiudersi una volta per tutte con il no della Regione che non poteva essere superato dal parere del ministero, ma è comunque opportuna una legge che metta una pietra tombale su qualunque possibilità di realizzare un deposito di gas in quel territorio, indipendentemente dalla società che lo realizza». Denis Zavatti (Lega nord) ha ricordato che «ormai sono cinque anni che si parla di questo tema e se le istituzioni locali sono state coerenti e chiare nelle loro decisioni, non si può dire lo stesso dei tre governi che si sono succeduti in questo periodo: nessuno è riuscito a dare una risposta definitiva, spero quindi che il prossimo governo sia in grado di decretare una fine certa per questo progetto». «Sono allibita che dopo quanto è successo siamo ancora qui a discutere di questo tema» ha affermato Patrizia Cuzzani (gruppo Misto) e Fabio Vicenzi (Udc) ha ricordato che «la posizione politica degli enti locali non è basata su pregiudizi: è stata fatta un’istruttoria, l’argomento è stato approfondito scientificamente e sulla base dei risultati non si può essere favorevoli a questo progetto».

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