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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Dipendenza da gioco d’azzardo: ne soffrono quasi tremila modenesi

Nei giorni scorsi il consiglio comunale ha fatto il punto sul rapporto dei modenesi col gioco d’azzardo e ha dato un identikit del giocatore medio: maschio di mezz’età, sposato e con problemi finanziari

La dipendenza da gioco d’azzardo è sempre più una piaga in espansione tra gli italiani, soprattutto in questi tempi di crisi. Sono in molti a credere che una puntata forte a poker, una scommessa con risultato "sicuro" possa far riavere quei soldi che sembrano non bastare mai: non a caso, l’Ausl di Modena ha fatto l’identikit giocatore medio e non stupisce scoprire che si tratta “di un maschio 40enne, sposato, con un figlio, che gioca in modo compulsivo da due anni al videopoker e ha una situazione finanziaria compromessa”. Per cercare di aiutare la famiglia spesso si cade in un baratro da cui è difficile uscire senza l’aiuto di esperti: a Modena si stima siano tra 2 e 3000 i giocatori compulsivi, ma solo una minima parte di loro (24 nel corso del 2011) si è rivolta allo sportello dell’Ausl, attivo all’ex Ospedale Estense, dedicato alle dipendenze da alcol, tabacco e gioco.

Francesca Maletti, assessore alle politiche sociali del comune di Modena, ha fatto il punto sulla situazione in consiglio comunale, sottolineando come nella città della Ghirlandina siano solo 5 le sale gioco e scommesse autorizzate, tutte sottoposte a rigidi controlli: il problema maggiore semmai è rappresentato dagli apparecchi di videopoker e videolottery sparsi tra bar e tabaccherie, di cui è più difficile accertare le violazioni. Maletti ha continuato evidenziando come il comune di Modena sia tra i pochi ad aver limitato l’installazione di sale gioco nelle zone residenziali, controllate regolarmente dalle forze dell’ordine. “Ma – ha aggiunto – possiamo migliorare ancora, facendo conoscere meglio i numeri verdi e i servizi ai quali rivolgersi. Chiediamo anche ai cittadini di essere attenti e vigili sulla situazione di amici, familiari o colleghi, per intercettare i segnali di una potenziale dipendenza da gioco”.

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